Il Ministero dell’economia e finanze ha già avviato l’interlocuzione con l’Inps. Obiettivo, bloccare il pagamento dei contributi per autonomi e professionisti, per ridare ossigeno finanziario a due ambiti di lavoro che hanno subito i colpi più duri dell’emergenza Covid.
A firmare il provvedimento è il ministro del lavoro Andrea Orlando che ha dato il via libera al decreto interministeriale per l’esonero contributivo dei lavoratori autonomi e dei professionisti. L’Inps ora dovrà predisporre gli ulteriori passaggi necessari a garantire la massima tutela della platea interessate dal provvedimento.
Il decreto contiene le scadenze, le procedure e le istruzioni per presentare le domande per lo sconto previsto dalla legge di Bilancio 2021.
L’ANNO BIANCO FISCALE DELLE PARTITE IVA
Le iniziali risorse del fondo, istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ammontavano ad un miliardo, una dotazione che è stata aumentata di ulteriori 1,5 miliardi di euro con il decreto Sostegni.
L’obiettivo è quello di finanziare ciò che è stato definito “anno bianco fiscale” delle partite Iva. Viene infatti previsto un esonero parziale dal versamento dei contributi previdenziali relativi all’anno 2021 di importo massimo di 3 mila euro. Il Ministero dell’economia e delle finanze ha dato le indicazioni di quanti possono ora beneficiare dello sconto sui contributi. In lista ci sono queste categorie di lavoratori. Si tratta dei lavoratori autonomi e professionisti iscritti alla Gestione separata Inps. Dei professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza. I medici, infermieri e altri professionisti e operatori di cui alla legge 11 gennaio 2018, già collocato in “quiescenza a cui sono stati conferiti incarichi di lavoro autonomo o di collaborazione coordinata e continuativa per far fronte all’emergenza epidemiologica da Covid-19”.
ESONERI PARZIALI
Le prime due categorie di soggetti hanno diritto all’esonero parziale dai contributi dovuti per l’anno 2021, a condizione che hanno percepito nel periodo d’imposta 2019 un reddito complessivo non superiore a 50 mila euro. Oppure hanno subito un calo del fatturato o dei corrispettivi nell’anno 2020 non inferiore al 33 per cento rispetto a quelli dell’anno 2019.
Lavoratori autonomi e professionisti non devono essere titolari di contratto di lavoro subordinato e non devono essere titolari di pensione diretta, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità o di altre somme ad integrazione del reddito a titolo di invalidità di natura previdenziale.