mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Cultura

Mostre: a Forlì “Dante. La visione dell’arte”

Inaugurata ieri a Forlì la mostra “Dante. La visione dell’arte”: la maxi mostra, allestita nei suggestivi spazi dei Musei di San Domenico dal 30 aprile al 11 luglio e promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali, è realizzata nell’ambito delle celebrazioni dedicate al 700esimo anniversario e vede la collaborazione tra le Gallerie degli Uffizi di Firenze e la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.

In mostra ci sono 300 opere, tra cui molti capolavori, provenienti in parte dagli Uffizi (circa 50 tra dipinti, sculture e disegni) e da importanti musei e istituzioni di tutto il mondo: un percorso espositivo ricchissimo, in un arco temporale che va dal Duecento al Novecento, con l’obiettivo di presentare le molteplici traduzioni figurative della potenza visionaria di Dante. Presenti opere di Cimabue, Giotto, Beato Angelico, Michelangelo, Tintoretto, Canova, Andrea del Castagno, autore di una delle primissime raffigurazioni del ritratto del poeta; fino ad arrivare ai preraffaeliti, ai macchiaioli e al Novecento, con Galileo Chini, Plinio Nomellini, Casorati, Fontana, Picasso. Un viaggio nella storia dell’arte tra Medioevo ed età contemporanea, attraverso dipinti, sculture, disegni, illustrazioni e manoscritti.

Il progetto è nato da un’idea di Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, e di Gianfranco Brunelli, direttore delle grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, a cura del professor Antonio Paolucci e del professor Fernando Mazzocca, supportati da un prestigioso comitato scientifico.

All’inaugurazione ha partecipato in collegamento da remoto il ministro Dario Franceschini e gli interventi del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, del presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Roberto Pinza, del sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, di Eike Schmidt e del direttore generale della mostra, Gianfranco Brunelli.

“L’Emilia-Romagna – ha sottolineato il presidente Bonaccini – è stata una seconda patria per Dante Alighieri, maestro universale, le cui opere trascendono il suo tempo. A Ravenna restano le sue illustri spoglie, mentre a Forlì ha soggiornato, ospite della famiglia Ordelaffi. Abbiamo quindi voluto dare un contributo importante alle celebrazioni per il settecentenario, promuovendo la programmazione di molti eventi in tutto il territorio”.

“La mostra – prosegue -, è senz’altro tra le più grandi realizzate finora per il sommo poeta a livello internazionale: un evento eccezionale sia per la vasta gamma di opere presenti che per la loro bellezza e il significato, senza contare l’importanza delle numerose realtà culturali coinvolte.

Proietta il nostro territorio e l’Italia intera in una dimensione internazionale, aprendo le porte a un turismo culturale ormai fermo da più di un anno, ma che può proprio da qui ripartire per rilanciarsi, guardando al futuro con più ottimismo”.

“In Emilia-Romagna – ha concluso Bonaccini -, è stato costruito un percorso che collega i luoghi simbolici della vita di Dante da Ravenna a Forlì, fino ai luoghi dove vengono conservate le prime edizioni della Divina Commedia e riletture del poeta, da Rimini a Piacenza. Tutte ottime occasioni sia per conoscere Dante e la sua opera che la bellezza e la ricchezza artistica dell’Emilia-Romagna”.

“I 700 anni della morte di Dante sono un’occasione per la nostra regione di essere al centro di nuovo della vita culturale italiana ed europea- ha dichiarato l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, alla presentazione alla stampa di ieri -. Il soggiorno di Dante in esilio da Bologna a Forlì a Ravenna dove muore- ha aggiunto- ci danno l’opportunità di grandi mostre come questa di Forlì, che si conferma una capitale delle strategie espositive italiane, e come quella che si va ad aprire a Ravenna. E ricordo la meravigliosa mostra che pian piano aprirà in estate e in autunno lungo le biblioteche storiche dell’Emilia-Romagna”.

“La bellissima sfida che ci attende – ha concluso – è quella di comunicare la letteratura. c’è tanta esperienza su come fare la didattica dell’arte e ora è importante capire come fare la didattica della letteratura antica. Appassionare i ragazzi all’arte è una sfida continua”.

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Redazione

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