C’è in giro una nube gonfia di malessere sociale e di smarrimento e che trova la sua origine nella vicenda frustrante di una pandemia che, a un anno e più dal suo manifestarsi, insidia vita e futuro di milioni di persone e appare sfuggente e subdola nelle sue mutazioni.
Ormai è chiaro che l’unica vera arma per contenerla e neutralizzarla è rappresentata dai vaccini che sono stati realizzati in tempi insolitamente brevi, frutto dello sviluppo della ricerca; resta invece aperto il problema di come affrontare e sanare la patologia che ne è derivata: quella di una condizione sempre più fragile del sistema delle piccole e medie imprese e di un ceto medio ogni giorno di più smarrito e sfiduciato.
Occorre, quindi, affidarsi al successo delle vaccinazioni saldato a politiche straordinarie di mitigazione dei danni economici: un esigenza questa, che però richiede da parte delle autorità preposte una comunicazione comprensibile, univoca e mai ambigua.
Purtroppo, e qui le prime responsabilità risalgono a livello europeo, i cittadini sono stati e sono tutt’ora sottoposti allo stress di una comunicazione confusa ed ambigua, specialmente su uno dei vaccini di largo consumo: una sorta di doccia scozzese nella quale un giorno si rassicura e nell’altro si pongono timori e riserve che appaiono alternative alle certezze prima enunciate.
A queste incertezze si aggiungono ragioni di opportunità politiche come quelle alla base della ipotizzata esclusione del ricorso allo Sputnik, il vaccino russo: una scelta contradetta poi da singoli Stati europei o da potenti Regioni come la Baviera, che intendono se necessario ricorrervi.
Per i prossimi giorni, c’è quindi da augurarsi che ai cittadini si offrano percorsi vaccinali sicuri e non soggetti a continui distinguo e che nell’altro fronte, quello della crisi economica, si operi si con gradualità, ma puntando all’obbiettivo di assicurare prospettive a settori devastati come il turismo, il commercio al dettaglio, la ristorazione, l’artigianato.
Ma, nello stesso tempo, la politica, quella che appare smarrita, deve poter tornare a riflettere sul da farsi per impedire la deriva di una economia dove aumentano a vista d’occhio emarginati e disoccupati e, nello stesso tempo, cresce il numero dei plurimiliardari, fra i quali, e sono tanti, quelli che hanno puntato sulla speculazione finanziaria.