20 anni fa Matrix, il film cult di fantascienza anticipava l’avvento dell’era delle macchine (leggasi IA, intelligenza artificiale): l’universo cibernetico descritto dal film era molto affascinante ma la morale ben poco edificante per noi umani. È rimasto nella memoria il monologo dell’agente Smith con culmina con questa frase: “Gli esseri umani sono un’infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura”.
Nel finale Zaion, città in cui gli esseri umani si erano rifugiati, viene liberata, ma gli umani sono costretti a vivere in un ghetto mentre le macchine, l’Architetto e l’Oracolo, si rallegrano tra loro per aver condotto a buon fine l’ennesimo tentativo di rivolta. No, non avete sbagliato rubrica, siete in Startup-Italia. Il fatto è che le macchine stanno per arrivare e sembrano destinate a prendere il sopravvento.
DIAGNOSI PRECOCE DELLE AZIENDE INNOVATIVE
Ad annunciarlo è un white paper di Gartner, nota società di consulenza, che afferma che entro il 2025 oltre il 75% delle scelte d’investimento in capitale di rischio su startup in fase di early stage sarà determinato dall’intelligenza artificiale in base all’analisi dei dati. Se questa ipotesi si verificasse potremo dire addio ai pitch ed abbandonare qualsiasi possibilità di valutazione di natura qualitativa. In sostanza, poco importerebbe chi sono i fondatori e tutti gli aspetti relativi all’esperienza, all’entusiasmo e all’equilibrio nella composizione dei team, a parlare sarebbero i numeri. Se poi questi dessero esito positivo, allora si arriverebbe ad una valutazione “umana”. Venture Beat ci informa che esistono già fondi di Venture Capital che si basano sull’intelligenza artificiale. Tra questi Signalfire, con sede a San Francisco, che utilizza una piattaforma che costa 10 milioni di dollari l’anno. Si chiama Beacon e riesce a monitorare le prestazioni di oltre 6 milioni di aziende, pescando da 10 milioni di fonti di dati, tra cui pubblicazioni accademiche e registri brevetti. Beacon arriva ad individuare con anticipo rispetto alla concorrenza le aziende innovative che potranno performare meglio in base ai dati elaborati. Secondo Patrick Stakenas, direttore ricerca di Gartner in futuro il processo decisionale qualitativo, basato anche su istinto ed esperienza dei valutatori, dovrà lasciare spazio a un mero processo quantitativo. Domande come quando, dove e quanto investire avranno risposte quasi automatizzate.
I tratti della personalità e gli schemi di lavoro richiesti per il successo saranno quantificati nello stesso modo in cui vengono attualmente misurati il prodotto e il suo utilizzo nel mercato, le dimensioni del mercato e i dettagli finanziari. Inoltre l’intelligenza artificiale verrà utilizzata per determinare la probabilità che un team di leadership abbia successo in base alla storia lavorativa, all’esperienza sul campo e al successo aziendale precedente”. In sostanza, chi non ha avuto successo in passato, non merita di essere sostenuto. Quello che abbiamo di fronte è uno scenario emotivamente destabilizzante e assolutamente inaccettabile. Ma se valutassimo questa ipotesi solamente dal punto di vista razionale, e quindi senza farci influenzare da aspetti emotivi di varia natura, sarebbe realmente vantaggiosa? Ne parleremo prossimamente su questa rubrica.