C’è una vasta economia con grandi potenzialità, è il caso di dire “sommerso” che ha un grande valore e una eccezionale virtù. Si tratta della cosiddetta “Blue Economy”, l’economia che offre il mare con le sue marinerie, gli armatori e i pescatori. Un settore, per quanto possa essere abusato il termine “strategico”, lo è veramente per la nostra Penisola, per l’economia e per tutta la filiera della ristorazione. Le cifre lo dimostrano 34 miliardi di Euro (2% del PIL), con una occupazione che supera 530 mila addetti. Eppure marinerie e armatori non hanno più una rappresentanza di Governo, non c’è in Italia l’attenzione che l’economia del mare suscita in altri Paesi Europei.
Per trovare ancora un ministero della Marina Mercantile che all’epoca inglobava anche la pesca, bisogna fare un po’ di storia, addirittura risalire alla data della sua nascita, era il 13 luglio 1946 e venne istituito dal presidente del Consiglio, Alcide de Gasperi per essere poi soppresso dal governo Ciampi nel 1993. Da allora il ministero è passato sotto le competenza dei Trasporti, poi le Infrastrutture, mentre la pesca non ha avuto miglior fortuna, essendo finita sotto il Ministero dell’agricoltura. In altri versi un settore che non ha trovato più posto anche nelle attenzioni dei vari Governi.
Oggi a rilanciare e chiedere la giusta attenzione è Luigi Giannini, Presidente di Federpesca e Vice Presidente della Federazione del Mare che sollecita una maggiore attenzione “Il cluster marittimo italiano attende fiducioso una soluzione rispetto all’attuale crisi di Governo e auspica che venga valutata l’istituzione di un Ministero del Mare che metta a sistema le diverse competenze sul tema, riconoscendo, come è stato fatto già in Francia, un ruolo fondamentale al settore della Blue Economy”, fa presente Luigi Giannini, Presidente di Federpesca e Vice Presidente della Federazione del Mare. Per le marinerie italiane l’economia del mare può davvero rappresentare una delle leve maggiormente innovative per rilanciare lo sviluppo del Paese. Per Giannini, inoltre, il settore produce per l’Italia oltre alla parte economica anche un valore aggiunto notevole, per questo la ridefinizione di un ministero colmerebbe un vuoto. L’obiettivo è che si riconosca “la centralità del mare”, come chiedono da anni le marinerie.
Per Federpesca e la Federazione del Mare sarebbe una svolta notevole e, comunque, un riconoscimento che darà forza alle marinerie, agli armatori e ai pescatori. Anche in vista di una accelerazione per un ricambio generazionale che favorisca i giovani. Per Luigi Giannini significa ripensare davvero lo sviluppo dell’Italia in un momento di crisi. L’istituzione di un Ministero dedicato “potrebbe”, si augura Federpesca, “in questo senso certamente rappresentare un’opportunità importante per rispondere alle sfide europee e ripartire da un settore strategico per il Paese”. Un’altra richiesta che sarà presentata al nuovo Governo.