Un Paese “zavorrato” dal disavanzo dei conti pubblici, senza alcuna possibilità di risollevarsi. Il tutto sulle spalle delle nuove generazioni. L’analisi critica contro le politiche che indebitano il Paese arriva da Riccardo Di Stefano, presidente dei Giovani Imprenditori e vicepresidente di Confindustria.
“Il rischio di veder crescere a dismisura il già enorme debito pubblico nazionale e di non riuscire a ripagarlo negli anni è la vera preoccupazione della nostra generazione di giovani imprenditori”, sottolinea Riccardo Di Stefano, “cioè di quanti hanno deciso di investire non solo le loro risorse ma anche le loro speranze in questo sistema Paese”. Il presidente dei Giovani Imprenditori e vicepresidente di Confindustria apre tuttavia alla possibilità che il Piano nazionale di ripresa e resilienza possa con la sua dotazione economica imprimere una svolta. Ma i punti deboli del Piano sono tanti.
“Dobbiamo scegliere se cogliere l’occasione delle risorse del piano Next Generation Eu, o accumulare ulteriore debito senza fare le riforme e gli investimenti”, osserva Riccardo Di Stefano, “Quindi la scelta è tra la costruzione di un Paese capace di cambiare passo, moderno, inclusivo, che affronti i propri problemi e ponga le basi per il futuro. O quella di lasciare un Paese zavorrato definitivamente dal disavanzo dei conti pubblici, senza alcuna possibilità di risollevarsi”. Il disappunto come giovane imprenditore ed esponente di Confindustria nasce semmai dal poco spazio dato si giovani nel Piano nazionale.
“Si legge dei giovani nel titolo del Piano europeo, nelle dichiarazioni dei decisori e in tanti annunci, ma alla fine nel Pnrr non li si ritrova ancora nelle indicazioni concrete”, rileva il presidente dei Giovani Imprenditori, “nei progetti relativi agli obiettivi strategici che pure mostrano come la sfida si giocherà proprio sul futuro, dalla transizione energetica alla digitalizzazione, all’inclusione sociale. Nelle 48 missioni del testo del governo non ci sono ancora specifici progetti per la generazione dei giovani”. L’obiettivo per Confindustria è unire lavoro, sviluppo e rilancio dell’economia, una visione strategica d’insieme di cui il Piano sarebbe carente.
“In un PNRR che è ancora privo di una visione strategica per il Paese, io partirei dal lavoro”, propone Riccardo Di Stefano, “Prima di tutto costruendo un sistema di ammortizzatori sociali e politiche attive moderno. Quello che abbiamo oggi ormai è inadeguato: non si può affrontare una crisi senza precedenti con strumenti che risalgono agli anni ’70. Invece”, conclude il presidente dei Giovani Imprenditori e vicepresidente di Confindustria, “la valorizzazione del capitale umano e l’occupabilità devono diventare le vere priorità, anche attraverso il coinvolgimento delle Agenzie private”.