Stiamo per voltare pagina: il 2020, l’anno che vari commentatori hanno catalogato fra gli orribili e nel quale la sensibilità popolare ha ravvisato i segni della valenza delle caratteristiche negative dei bisestili, si è concluso: siamo così nel 2021, che tutti speriamo sensibilmente diverso, in meglio, rispetto al precedente.
Tuttavia, questo scorso anno ci ha insegnato, o esortato a non accantonare, in una specie di delirio illuministico, la consapevolezza della fragilità umana, resa ancora più tale dalla compromissione dell’ambiente in cui viviamo: un disastro di equilibri essenziali per corrispondere alle logiche predatorie del profitto, nel cui nome la stessa esistenza diventa oggetto di consumo e, poi, di deterioramento e di scarto.
Improvvisamente, quasi ridestandoci da un sonno pesante, abbiamo finalmente compreso quanto fosse consapevole e profetica la predicazione di Papa Francesco, il suo insistere sulla tutela dell’ambiente e del territorio nel segno di una duplice esigenza: quella di un riconciliazione tra etica ed economia e quella, che vi si lega, della tutela della dignità della persona come valore e compendio di un nuovo ordine nell’economia e nella società.
Se nel 2021 riusciremo a dare forza e consenso crescenti a questi nuovi orizzonti potremo dire che la sofferenza, fino alla morte, di tanti malati, e il sacrificio di modelli di vita tradizionali nel nome dell’isolamento e della prevenzione non saranno stati vani perché la nostra società si riscopra più umana e solidale.
Sulla linea di questo orizzonte si collocherà, confermandone storia e tradizione, la linea di questo giornale.
A tutti i lettori e alle loro famiglie l’augurio di una anno denso di bene.