“Caro Gesù Bambino” (così iniziavamo sempre da Bambini le nostre letterine di Natale) “anche quest’anno siamo giunti alla fine di questo anno, lungo e faticoso reso ancor più sofferente dall’ arrivo del Covid-19. Non ti chiederò quest’anno i soliti attesi regali di sempre ma vorrei che Tu fossi vicino a me per farmi sognare un 2021 che ci porti in un futuro migliore. E non solo per me, ma per tutti gli uomini di questa Terra, buoni e cattivi. Per Tutti. Si, anche per i cattivi. Bontà e pace per Tutti. Questo virus che Tu conosci e che ci sta distruggendo sembra non avere nessuna pietà per noi. Il mondo è stretto in una morsa di paura per una malattia che può colpire chiunque. Se le attività produttive continueranno ad essere chiuse ed in parte assistite dai contributi del Governo, prima o dopo queste risorse di ristoro, già carenti, si esauriranno e pertanto alla paura della malattia ed ancor peggio della morte nostra o dei nostri cari, si aggiungerà presto quella della fame e speriamo mai di una vera carestia. Siamo seriamente preoccupati. Dappertutto qui sulla terra non si parla d’altro che del Virus. Recessione globale è la parola che morde dentro ognuno di noi. Ma il virus non è solo foriero della sua grave malattia, ma anche di guai economici e fisici. La parola d’ordine rimane “distanziamento personale” o “sociale”. Questa distanza fra noi uomini logora la mente, il cuore, gli affetti, i sentimenti umani. Di questi ultimi distrugge il meglio ed alimenta il peggio. L’amore per gli Altri sta scemando perché l’Altro è un pericolo per la propria salute, l’avarizia comincia a farsi sempre più strada in ognuno per il timore di imminenti carenze di risorse, la cattiveria è alimentata dalla solitudine e dall’adrenalina dello stress di giornate interminabili dove ormai neanche più le distrazioni mediatiche del nostre tempo sono in grado di consolarci. Ci stiamo stancando di tutto. Forse non tutto è ancora perduto. Tu che puoi entra nel cuore ed illumina la mente dei nostri Decisori, se tanti se pochi neanche lo sappiamo, ma porta il mio pensiero. Tutti noi portiamo la mascherina come usiamo il cellulare, la gente ormai esce sempre meno perché intimorita e ci laviamo spesso le mani ma, se mio fratello è positivo al tampone non può stare a casa con noi perché rovina anche noi. Quindi dovrebbe curarsi lontano da noi. Di Ospedali ne abbiamo tanti. Dividiamoli in Covid ed altri non Covid cosi non potrà succedere che lo zio entrato per curare il suo tumore muoia in Ospedale per Covid. Ed anche la zia che ha chiuso il Ristorante e ci ha riempito il frigo di cibarie che andavano a male, piange sempre perché pensa che non avrà più un lavoro; prende un mucchio di medicine per la depressione e la notte non dorme. Mio cugino è disperato per i figli che non vanno a scuola, non hanno a casa il computer e vanno abusivamente in casa di qualche amico per fare lezione. Ma sono sempre stanchi e si distraggono perché va via sempre la connessione con la Scuola o l’Insegnante. Mentre ti scrivo un bimbo gioca a pallone sul balcone perché non può uscire e giocare con altri suoi amici. Il balcone il suo campo da calcio. Ma mio fratello è contento perché quest’anno finalmente non dovrà spazientirsi a cercare regali per tutti noi perché gli Auguri ce li faremo solo al telefono. Anzi mi ha raccomandato di fare un po’ di spesa, altrimenti rischio di essere senza cena e pranzo nei giorni rossi delle Feste. Caro Gesù qui è tutto un po’ sottosopra. Che speranza abbiamo? Io non vorrei perdere il mio credo e l’entusiasmo delle mie scelte su valori e scelte di vita e poterli tramandare ai Nipoti dicendo loro che, essere cristiani, sentire dentro l’importanza dell’impegno sociale, continuare a sviluppare quell’attitudine al confronto e al rispetto degli altri, principi davvero non negoziabili di cui parla la Chiesa, che da sempre mi appartengono, che sento miei, sono i doni che anche quest’anno vorrei trovare sotto l’Albero. Ed ancora che poter continuare a correre in un mondo libero e sano dove essere patrioti, non sovranisti; determinati, non fanatici; convinti e convincenti, mai arroganti siano i venti buoni per una navigazione fiduciosa e serena. Un regalo da scartare poter sentire nell’aria che questa pandemia ci ha reso tutti più buoni, nel rispetto degli Altri e in un equilibrio di tolleranza e linguaggio non aggressivo ma includente e costruttivo. Abbiamo già recentemente vissuto nella vita pubblica dopo la distruzione delle forze politiche tradizionali nei primi anni Novanta, un trentennio o quasi di travagli e di incertezze, generando declino economico, arretramento culturale, smarrimento emotivo e psicologico. La mancanza del potere equilibratore della politica ha causato grandi devastazioni, e lo dico a partire dal mio campo professionale: la grande costruzione del Servizio Sanitario Nazionale ha dovuto subire trascuratezze e snaturamenti di ogni tipo con tagli di Servizi assistenziali e chiusure di Ospedali senza una Visione unitaria di programmazione sanitaria. Tutti eventi che hanno contribuito potentemente alla nostra vulnerabilità durante questa terribile pandemia. Ed ho il timore che l’agire politico di queste ore, compulsivo e di parte, di preventivate ripartenze sociali post pandemiche, possa avere stessa sorte. Questa guerra terribile vogliamo vincerla insieme a Te. Ti stiamo aspettando in questo meraviglioso tempo dell’Avvento con la speranza che oltre a qualche sano vaccino. Tu possa portare in Ognuno di Noi la potenza dell’amore che ci farà ripartire più sani e migliori.”