Silvio Berlusconi riprende fiato. Nonostante i malumori interni al partito fra “collaborazionisti” (quelli cioè disponibili a dare una mano all’Esecutivo) e filo-sovranisti (quelli cioè che vogliono rinsaldare l’asse con la Lega e Fratelli d’Italia e si oppongono ad operazioni centriste) gli ultimi sondaggi sembrano offrire speranze agli azzurri.
Secondo l’ultima rilevazione Swg, Forza Italia farebbe un balzo in avanti, guadagnando altri 0,4 punti e assestandosi al 6,3%. E questo in presenza di un calo della Lega, che perde lo 0,5% e si ferma al 23,4%, e di Fratelli d’Italia che si attesta al 16,7%, perdendo uno 0,1%.
La Lega sta pagando sempre di più l’ambiguità di certe sue posizioni, che continuano ad oscillare fra sovranismo ed europeismo, e soprattutto l’assenza di argomenti forti in grado di bilanciare il calo di immagine seguito alla perdita di attenzione sui temi dell’immigrazione e della sicurezza. Ed è per questo che Salvini sta cercando di recuperare terreno cavalcando i temi economici, lanciando governi di responsabilità, spostando sempre di più il Carroccio su posizioni moderate seguendo la “linea Giorgetti”.
Forza Italia sta guadagnando punti dopo essere tornata al centro della scena, assumendo un ruolo di mediazione all’interno del centrodestra, e spostando anche la Lega sul binario della responsabilità istituzionale, votando lo scostamento di bilancio in cambio del No azzurro alla Riforma del Mes (che è cosa diversa dalla sua attivazione che Berlusconi invece continua a sostenere).
Ma il fatto che FI cresca nei sondaggi non fa che alimentare i malumori nel partito: fra chi, come Renato Brunetta, insiste nella sua linea di rottura rispetto alle posizioni sovraniste di Salvini e della Meloni, e chi invece, come Gasparri ed altri, non vogliono “inciuciare” troppo con la maggioranza.
E poi c’è la Meloni che cerca di ritagliarsi un ruolo autonomo in risposta alla svolta moderata della Lega. Se Salvini apre alla collaborazione e ai nuovi governi, Fratelli d’Italia rilancia le elezioni anticipate come unica soluzione ad una possibile crisi, con l’obiettivo di intercettare il consenso degli elettori sovranisti delusi dal Carroccio.
Il centrodestra cerca di mostrarsi il più possibile unito nascondendo le divergenze di vedute che comunque ci sono. In primis sulle elezioni amministrative.
La coalizione si trova in seria difficoltà a Milano dove la sfida con Giuseppe Sala è tutta in salita e dove sembra difficile trovare dei candidati disposti ad “immolarsi”. A Roma sembrava quasi fatta per Guido Bertolaso ma negli ultimi giorni pare che il nome dell’ex capo della Protezione Civile sia tornato in discussione. A Torino sembra fatta per l’imprenditore Paolo Damilano vicino alla Lega, anche se una parte di Forza Italia non è d’accordo e continua a sostenere la deputata Claudia Porchietto.
L’orientamento prevalente nel centrodestra sembra quello di non ripetere l’errore delle ultime regionali, quando le logiche politiche e il gioco degli incastri fra i tre partiti, hanno portato a scegliere candidati sbagliati perdendo Puglia, Campania e Toscana. Per questo più che alla corsa a piazzare bandierine (Roma a me, Milano a te, Torino a loro) si sta cercando di puntare su candidati “modello Brugnaro”, imprenditori di successo, di area centrodestra, ma capaci di allargare il più possibile il perimetro della coalizione.
(Lo_Speciale)