Jacopo Mele, 27 anni anni è uno dei grandi innovatori del nostro tempo, riconosciuto anche da Forbes come uno dei 30 under 30 d’Europa. Jacopo ha la capacità di guardare oltre l’oggi e proiettarsi in progetti che guardano diritti al futuro. Lo conosco da 3 anni e ho avuto spesso il piacere di condividere con lui esperienze e progetti. Gli sono grata per il tempo prezioso che mi ha dedicato in questi anni. Il suo impegno prioritario è produrre idee e cercare nuovi giovanissimi talenti con cui realizzarle. Ricordo la notte che mi chiamò per coinvolgermi nella sua ultima creatura: Aurora. Un progetto che nasce con l’obiettivo di “connettere il talento con le opportunità”. Lo fa cercando ragazzi under 23 a prendere consapevolezza delle loro potenzialità e valicare sempre nuovi limiti. E l’età ideale è dai 16 ai 23 anni. Ma di Aurora parleremo un’altra volta. A Saint Vincent abbiamo condiviso lo stesso palco e oggi, inizia la sua collaborazione con la Discussione.
“Non sembro la tipica scienziata. Tutti quelli che vedo in TV sono uomini e di solito bianchi”.
La vincitrice del premio “Kid of the Year” ha 15 anni e vive a Denver, in Colorado. Si chiama Gitanjali Rao e, anche se giovanissima, ha già il merito di diverse invenzioni tecnologiche:
un test rapido e a basso costo per misurare la contaminazione da piombo nell’acqua potabile, che le è valso il titolo di “America’s Top Young Scientist”
un rilevatore per quantificare e affrontare la dipendenza dagli oppioidi
uno strumento per monitorare e prevenire il cyberbullismo
Il suo metodo è osservare la realtà che la circonda, per poi cercare una soluzione ai problemi: come per la crisi idrica di Flint, cittadina del Michigan, che l’ha spinta ad affrontare il tema dell’inquinamento delle acque.
Il suo obiettivo è quello di dare motivazioni e stimoli ai suoi coetanei, in modo che si appassionino alla scienza.
Scelta come “Kid of the Year” tra oltre cinquemila candidati, ha detto ad Angelina Jolie, sua intervistatrice:
“Non sembro la tipica scienziata. Tutti quelli che vedo in TV sono uomini e di solito bianchi”.
Time ha motivato il riconoscimento conferitole, evidenziando l’influenza positiva che il suo lavoro ha per la comunità in cui vive. A dare ulteriore importanza al premio c’è la composizione della giuria finale, di cui facevano parte altri giovanissimi.
Il premio di Time è il riflettore che ha mostrato a tanti il talento di Gitanjali, che a sua volta spinge ad affrontare delle questioni cruciali per il futuro.
È fondamentale che l’Europa investa in modo incondizionato sulla prossima generazione di giovani brillanti, animati da passione e competenza, aperti alla conoscenza e coraggiosi nelle scelte.
Aurora, l’ultimo progetto di cui sono parte, ha proprio questa missione: connettere talenti e opportunità; allenare i futuri game changer ad affrontare le sfide di domani grazie a una cultura del XXI secolo.
È necessario che i manager delle grandi aziende acquisiscano una nuova consapevolezza, perché dovranno imparare ad adattarsi all’incertezza di scenari sempre più mutevoli. E nessuno saprà essere co-protagonista in questa trasformazione meglio dei talenti del futuro. Gitanjali Rao ne ha dato prova tangibile.
Sta a tutti noi raccogliere le sfide presenti e future e comprenderle a fondo.
Sta a tutti noi offrire le opportunità migliori di crescita a chi potrà cambiare gli scenari mondiali grazie a una visione innovativa e lungimirante.
Il XXI secolo è adesso, i game changer di domani hanno bisogno di tutto il nostro supporto.