L’Italia dirà SI alla riforma del Meccanismo europeo di stabilità, il MES, nella riunione dell’Eurogruppo prevista per oggi: un SI che resta distinto – ha precisato il Ministro Gualtieri – dalla valutazione di usare del fondo per fronteggiare gli oneri di una riforma e di un potenziamento delle strutture e degli organici della sanità pubblica.
Di ricorso al MES si dovrà comunque parlare e decidere presto, probabilmente con un voto del Parlamento. Voto che si profila a rischio, tenendo conto che sul rifiuto di tale scelta potrebbe formarsi un ampio schieramento trasversale, da 5 stelle alla Lega e a Fratelli d’Italia, alternativo alle posizioni, che sono favorevoli, del Pd, di Italia Viva e di LEU.
Più scivolosa e a rischio si presenta anche la scelta della struttura che dovrà individuare, monitorare e coordinare l’attuazione dei progetti strategici legati al Recovery Fund, tutt’ora bloccato dai veti di Polonia ed Ungheria.
Al Pd e ad Italia Viva, in particolare, non va giù che questo compito così delicato e di grande impatto strategico possa essere svolto, come propone Conte, da una specifica struttura da costituire presso la Presidenza del Consiglio.
La ragione di queste riserve è facilmente intuibile, come è altrettanto visibile il suo punto di debolezza, che è quello di non poter andare troppo avanti, da parte del Pd, in uno scontro con un Presidente del Consiglio, forte di essere tutt’ora l’unico magnete possibile per tenere insieme una maggioranza tanto difficile e composita come l’attuale.