“Le stime del 2016, solo in Europa, registravano 4 milioni di infezioni da germi antibiotico-resistenti con 37mila decessi e una spesa stimata che ammonta, tra costi sanitari e non, a circa 1,5 miliardi di euro l’anno”. Le cifre parlano chiaro, e sono dati che dimostrano come l’eccessivo consumo di assunzioni di antibiotici io innescare una catena di patologie e decessi che sono definiti: “bomba ad orologeria da disinnescare prima possibile”. Il fenomeno dell’antibiotico resistenza (Amr), rende i batteri insensibili a questi farmaci, quindi praticamente invincibili. Un problema che è ormai in cima alla lista delle criticità delle nazioni di tutto il mondo. Non solo la progressione del fenomeno allarma ancora di più perché, ad esempio di calcola che nell’Unione europea il numero di pazienti infettati da batteri resistenti è in pericoloso aumento. Per questo è stata indetta la “Giornata europea degli antibiotici” (European Antibiotic Awareness Day – Eaad) promossa dall’Oms con iniziative che si terranno fino al 24 novembre. Una giornata per far comprendere come l’unico
modo per fermare questa spirale è, come al solito, l’uso intelligente, cosciente e sopratutto prudente degli antibiotici. Solo questa attenzione può contribuire quindi a fermare l’insorgenza dei batteri resistenti e ad aiutare a mantenere l’efficacia degli antibiotici perché possano essere utilizzati dalle generazioni future dalla resistenza agli antibiotici e sull’importanza di un loro uso prudente.
“Il costo dell’antibiotico resistenza (Amr)”, ricorda l’Oms è molto elevato: “oltre ai decessi e disabilità, causa ospedalizzazioni prolungate, uso di farmaci più costosi e possibili problemi finanziari nelle persone affette. Senza antimicrobici efficaci, il successo della medicina moderna potrebbe essere a rischio, ad esempio per interventi chirurgici gravi o per il trattamento chemioterapico di tumori”.
In Italia il Ministero della Salute ha puntato i riflettori ricordando gli slogan della campagna di sensibilizzazione 2020: “Antimicrobici: maneggiare con cura”, applicabile a tutti i settori e “Uniti per preservare gli antimicrobici”, destinato al settore umano. Inoltre ci sono punte di consumo diversificate in Europa, ma i livelli destano preoccupazione in tutti i paesi. E gli allarmi si moltiplicano.
“La resistenza antimicrobica è una sfida globale e una priorità assoluta per l’Unione europea”, conferma Stella Kyriakides, commissario europeo per la salute, “mentre il mondo continua a combattere Covid-19, è essenziale che rimaniamo vigili e impegnati in questa lotta. Gli antibiotici devono essere usati con prudenza, con severe misure di prevenzione e controllo. Sia il Covid-19 che la resistenza antimicrobica richiedono un approccio unitario tra le politiche, i paesi e tutti i livelli della società. Dobbiamo adottare misure per prevenire la diffusione della resistenza in tutto il mondo e per sostenere l’ambiente giusto per sviluppare nuovi antimicrobici. Dobbiamo lavorare tutti insieme per garantire che la resistenza antimicrobica non diventi la prossima catastrofe sanitaria globale”.
I nuovi dati sulla resistenza antimicrobica per il 2019 mostrano che la resistenza antimicrobica è un problema serio e non affatto arginato.
“Le percentuali di resistenza”, si fa presente nel report, “alla vancomicina, un antibiotico di ultima linea, nelle infezioni del flusso sanguigno da Enterococcus faecium sono quasi raddoppiate tra il 2015 e il 2019. La resistenza ai carbapenemi, un altro gruppo di antibiotici di ultima linea, rimane una preoccupazione. Diversi paesi hanno riportato percentuali di resistenza ai carbapenemi superiori al 10% per Klebsiella pneumoniae e la resistenza ai carbapenemi era comune anche nelle specie Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter, e a percentuali molto più elevate rispetto a K. pneumoniae”.
La campagna digitale della Giornata europea per la consapevolezza degli antibiotici (EAAD) vedrà i contributi video di esponenti della Commissione europea e della presidenza tedesca del Consiglio dell’Unione europea, nonché di esperti. Infine, l’ECDC ha pubblicato un video su ciò che gli operatori sanitari possono fare.
“Purtroppo, la resistenza antimicrobica rimane oggi una delle maggiori minacce per la salute pubblica e una sfida per l’Europa”, osserva il direttore dell’ECDC, Andrea Ammon, “Dobbiamo continuare i nostri sforzi per ridurre ulteriormente l’uso non necessario di antibiotici e migliorare le pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni per ridurre significativamente la resistenza antimicrobica. Nel bel mezzo della pandemia Covid-19, non dobbiamo rinunciare ai nostri sforzi per prevenire e controllare la resistenza antimicrobica e dobbiamo rimanere uniti per preservare l’efficacia degli antimicrobici”. La lotta all’antibiotico resistenza è per l’Oms uno dei 10 principali problemi sanitari mondiali. Un problema di salute globale e di sviluppo che richiede un approccio multisettoriale. L’uso inappropriato o eccessivo degli antimicrobici rappresenta la causa principale dello sviluppo di organismi patogeni resistenti. Misure inadeguate di prevenzione e controllo delle infezioni, mancanza di acqua potabile e di servizi igienici rappresentano fattori che favoriscono la diffusione di microrganismi, fra cui quelli resistenti.