sabato, 23 Novembre, 2024
Politica

Governo, una difficile navigazione

La navicella del governo oscilla in acque stagnanti e le sue vele si gonfiano improvvisamente per un preludio di tempesta, salvo poi acquietarsi in una bonazza che non suggerisce una rotta, nell’attesa di qualcosa che rompa l’incantesimo.

Fuori dalla metafora, al duello fragoroso sulle cose da fare, tanto da far pensare che ci si trovi all’atto finale di una coabitazione forzata, succede una pace fragile, nella quale i due protagonisti della maggioranza si scambiano, dopo gli insulti, reciproche carinerie.

Sembra che Lega e M5S siano incatenati alla “Nec Tecum, nec sine te vivere possum” di letteraria memoria; di queste schizofrenie chi  ne paga il prezzo è il Paese, che finora è bloccato da reciproci veti sulle modifiche al regime fiscale, sulle autonomie regionali, sulla costruzione di grandi reti infrastrutturali, sulla qualità dei rapporti con l’Europa e con i tradizionali alleati dell’Italia.

Qualcosa, va detto, si è mossa negli ultimi giorni con il via libera da parte di Conte alla prosecuzione dei lavori della Torino – Lione, ma con la riserva ipocrita, da parte del M5S, di condizionare tutto a un voto del parlamento, quasi che non se ne conoscesse fin d’ora il risultato favorevole.

Intanto, fra i 5 stelle, frustrati dalla progressiva caduta dei loro feticci propagandistici, emergono aree marcate di dissenso cosi come all’interno della Lega cresce il malumore per i supposti cedimenti di Salvini alle ragioni di sopravvivenza di un governo che rinvia ogni decisione che possa determinare processi insanabili.

Sembra ormai che tutto si tenga a fatica per scansare lo spettro di elezioni anticipate e per contenere il presunto protagonismo del Presidente de consiglio.

Né si scorgono segnali positivi nell’opposizione: il Pd è spaccato e in quel che resta nell’area moderata emergono personalismi e spinte dissolventi.

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