Il tradizionale incontro di Saint Vincent, nato dall’intuizione di Carlo Donat Cattin e ispirato sempre ai valori della testimonianza cristiana e del dialogo, pone oggi la prevalenza dell’ambiente, il verde, come connotazione di una politica che voglia definirsi cristiana.
Se ieri, all’indomani di una guerra disastrosa vi furono le idee ricostruttive della Democrazia Cristiana per la rinascita dell’Italia e di istituzioni democratiche rette dallo stesso obiettivo, il bianco, oggi spicca il verde come scelta di campo contro la dittatura del profitto che devasta il creato e, con esso, la dignità della persona.
Nel tempo che stiamo vivendo e dove la riduzione della politica a un pallido fantasma rispetto alla tracotanza dei nuovi poteri che condizionano globalizzazione e interconnessione, si impone una scelta forte per un nuovo umanesimo, che faccia coincidere il rispetto per il creato con il rispetto per la persona, forse mai così condizionata e considerata in termini puramente utilitaristici e strumentali come ora.
Due grandi encicliche di Papa Francesco costituiscono base e assi portanti del dibattito che si svilupperà nei 3 giorni dell’incontro: la “Laudato sì” di 5 anni fa e la recentissima “Fratelli tutti” che il Pontefice ha firmato ad Assisi, nel tempio che racchiude le spoglie di San Francesco.
Di fronte alle scelte esistenziali ed etiche che le due encicliche propongono, si pone, con i segni della precarietà e anche dell’indifferenza, la fase confusa e avvilente che vive da anni la politica in Italia e non solo, con una navigazione a vista nel mare di una società, turbata e spaventata, non solo dalla pandemia, ma dalla precarietà del lavoro e dalla prepotenza sia dei signori della speculazione, sia della crescente estraneità al valore della vita.
Urge quindi una risposta che faccia emergere sull’oscurità di un presente avaro di certezze una nuova speranza, nel segno di un forte patto fra persona ed ambiente: un patto che può essere meglio tutelato anche da una nuova proposta politica.