0

Italia, Mediterraneo, sanità e democrazia: le sfide del nostro tempo

Intervista al professor Lucio Achille Gaspari analizza la situazione geopolitica, il futuro del Servizio Sanitario Nazionale e gli equilibri democratici in un mondo attraversato da conflitti e incertezze
domenica, 28 Dicembre 2025
6 minuti di lettura

Lucio Achille Gaspari, Professore Ordinario Emerito, Direttore Sezione Clinica Chirurgica Facoltà di Medicina e Chirurgi Università degli Studi di Roma Tor Vergata, è un attento osservatore dei fatti politici, di quelli istituzionali e delle vicende internazionali. Con uno sguardo verso la realtà socio economica nazionale. A Gaspari abbiamo chiesto un approfondimento di alcuni temi che sono stati determinanti nel 2025,

Professore Lucio Achille Gaspari L’Italia è nel Mediterraneo un’area dove la geo politica è in grande imprevedibile e minaccioso movimento. Che ruolo può avere il nostro Paese in questo contesto?

Il Mediterraneo centrale è di straordinaria importanza dal punto di vista strategico perché controlla i transiti est ovest e viceversa ma anche le connessioni sud-nord per quanto riguarda il iltrasporto di combustibili fossili e per l’esistenza dicavi sottomarini per le comunicazioni. E’ inoltre un’area economica importantissima e non solo per i rapporti con in nord Africa ma anche con il medio e l’estremo oriente. E’ inoltre una strada aperta verso l’Europa per l’immigrazione clandestina. Il Regno Unito ha oramai pochi interessi nel Mediterraneo mentre la Francia è impegnata anche in nord Atlantico e gli USA considerano il Mediterraneo un’area secondaria. Dove c’è vuoto qualcuno tende a riempirlo e per quanto riguarda il mare ex nostrum ci sono Turchia e Russia. Il ruolo centrale dell’Italia non può essere solo geografico ma deve diventare anche politico nel nostro interesse e in quello dell’Unione Europea Questa acquisizione passa attraverso il potenziamento del nostro strumento militare e la capacità diplomatica di stringere rapporti economici e politici con tutti gli attori che sono disposti a riconoscere il valore della nostra presenza nell’area.

Lei professor Gaspari è una eccellenza della chirurgica e un difensore del sistema sanitario nazionale. I sindacati criticano il Governo delusi dalla manovra di Bilancio e salvano il ministro della salute Schillaci che ha accolto e ascoltato le richieste delle organizzazioni sindacali. Qual’è la sua riflessione in un contesto così delicato come la sanità pubblica?

“Il Servizio Sanitario Nazionale istituito nel 1978 durante la Prima Repubblica è un vanto di civiltà per il nostro paese e va difeso, conservato e migliorato. Non è vero che siano stati sottratti finanziamenti ; il computo si deve fare con il valore assoluto ,che è in aumento, e non con la percentuale sul PIL. E’ vero però che nei confronti della media dei paesi OCSE noi spendiamo poco. Dovremmo spendere di più e soprattutto meglio. La frantumazione della spesa tra le 20 regioni non ha portato nessun vantaggio, in modo particolare alle regioni del sud. Una centralizzazione, o almeno una aggregazione per macroregioni potrebbe essere di giovamento. Sipossono migliorare le liste di attesa distinguendo quelle per la diagnosi da quelle per la cura e si potrebbe organizzare meglio la rete ospedaliera con l’utilizzo della IA e della tele medicina. Sul come fare ho idee chiare ,che qui sarebbe lungo esplicitare, e non programmi generici. Su questi argomenti mi piacerebbe confrontarmi con il ministro Schillaci che ho avuto come rettore nell’Università di Tor Vergata e che considero come un tecnico di valore”

C’è una forte carenza di medici e infermieri, cosa bisogna fare con urgenza per ridare forza alla sanità pubblica?

“Per quanto riguarda il numero dei medici ,che devono ormai essere tutti specialisti,si è passati da un eccesso ad un difetto di numero. E’ necessario che il numero sia programmato tenendo conto delle necessità nazionali con un numero corrispondente di posizioni di specializzazione , tenendo conto anche di un moderato eccesso per consentire una circolazione nell’Unione Europea. Ovviamente per contenere l’esodo e favorire gli arrivi si devono usare 3 leve:remunerazione interessante e premiale, serietà nei meccanismi di reclutamento e qualità nelle possibilità nell’assistenza e nella ricerca per soddisfare le ambizioni professionali. I professionisti non sono cose e comunque anche gli oggetti bisogna farli bene. E’dunque necessario avere scuole di medicina adeguate per numero, per strutture e per qualità dei docenti. Per ottenere questo ci sono buone leggi;bisogna farle rispettare da tutti gli attori. Per la carenza di infermieri il ragionamento è simile. Va ribadito per un ruolo così importante un cambiamento di mentalità per riconoscere a questa categoria il prestigio che merita”

Lei si è occupato spesso anche sul nostro giornale di storia, di Europa e di economia, c’è qualcosa che il passato può insegnarci in questi anni così difficili, con conflitti e tensioni che appaiono irrisolvibili?

“La storia non si ripete però è una grande maestra; cosa ci può insegnare oggi? Gli imperi nascono, crescono e poi cadono sconfitti da nuovi imperi. Un predominio sarà contrastato da chi cerca di sostituirsi a quel predominio con un suo predominio. Di esempi nel passato ce ne sono moltissimi e il confronto è stato condotto sulla base della violenza. Nel dopo guerra c’è stato un potere dominante rappresentato dagli USA che si confrontava con quello esercitato dall’URSS. Questo confronto non è sfociato in una guerra aperta per merito di un equilibrio strategico. Oggi ,dopo la caduta dell’URSS, la Russia tenta di recuperare un ruolo di grande potenza ; la Cina sfida gli USA per il predominio mondiale , e l’Europa arretra;la sua debolezza può essere uno stimolo per vicini aggressivi. La disponibilità di armamenti nucleari ha fino ad ora impedito lo scoppio di un conflitto ma potrebbe invece favorire chi cercasse un’avventura con armi convenzionali sapendo , in caso di insuccesso, di non pagare pegno minacciando l’uso di armi atomiche. Quindi cosa fare? Attraverso diplomazia e ponderate alleanze si devono costruire situazioni di equilibrio che consentano il mantenimento della pace anche per mezzo di accordi di disarmo. Sembra una comica contraddizione però per arrivare a qualche forma di disarmo bisogna porsi in un equilibrio di forze; quindi se vuoi la pace preparati alla guerra”

L’economia oggi nel rapporto tra Stati appare un fattore determinante, ma basta solo l’economia per garantire la pace, lo sviluppo e la convivenza civilie?

“La pace come ho detto la garantiscono gli equilibri delle forze e buoni accordi diplomatici. Questi accordi economici ,di vantaggio per tutti, hanno garantito alla Unione Europea una pace che nessuno si sentirebbe oramai di mettere in dubbio. Una globalizzazione senza regole non favorisce un vantaggio economico per tutti, ma non lo garantiscono neanche la imposizione di dazi indiscriminati. La creazione ed il sostegno a strutture multilaterali deve creare condizioni perché per tutti gli accordi siano più convenienti dei disaccordi”

Si dice oggi che le democrazie sono a rischio, che in tempi incerti i sistemi democratici sono nel mirino di populismi e tiranni, mentre torna a serpeggiare la fascinazione verso le oligarchie. Quali buone ragioni abbiano per opporci a questa visione anti democrazia, o almeno ne avvertiamo ? Il pericolo ?

“Il pericolo per la democrazia non viene solo dalla concentrazione del potere politico ma anche dalla concentrazione del potere economico. C’è troppa ricchezza nelle mani di troppo pochi. Questi due fattori sono una minaccia per la democrazia. La democrazia si difende nelle famiglie, nelle scuole , nella mente dei cittadini. Bisogna però che sia efficiente,pronta a rispondere alle necessità dei cittadini. La democrazia va costruita da tutti giorno per giorno con la forza delle leggi e con la volontà di rispettarle. Solo così i pericoli che oggi si vanno minacciosamente addensando potranno essere sconfitti”

Che augurio farebbe agli italiani?

“L’augurio è semplice ,è quello che vogliono tutti. Stare bene in salute per non soffrire , per non essere di peso per nessuno e poter vedere crescere figli e nipoti in un mondo sicuro e pieno di opportunità dove ciascuno possa realizzare i propri sogni”

Infine come lei sa Alcide de Gasperi è stato un fautore della democrazia della rinascita dell’Italia, della creazione di una Europa unita, e del partito della Democrazia Cristiana, insomma uno Statista di cui poco di parla. Lei oggi cosa prenderebbe da De Gasperi da proporre al premier Giorgia Meloni e ai partiti di opposizione?

“Alcide De Gasperi prima del 1924 era disponibile a qualche forma di collaborazione con il Governo Mussolini. Non se ne fece nulla per opposizione di Don Sturzo. Con i se non si fa la storia ma non si può escludere che il peso del Partito Popolare avrebbe potuto impedire o almeno rendere più difficile l’evoluzione verso il Regime. De Gasperi era dunque portato al rispetto verso gli avversari politici e costruiva la sua azione con accordi anche quando non ne aveva bisogno. Associò infatti alla sua maggioranza di governo social democratici, repubblicani e liberali anche se non strettamente necessari per l’ottenimento della maggioranza. Collaborò con Togliatti alla scrittura della costituzione in un epoca di contrapposizioni ideologiche violente. Quale insegnamento per la Presidente del Consiglio? Essere capace di coinvolgere nelle responsabilità di governo forze di cultura differente dalla propria guardando verso il Centro non per un calcolo utilitaristico ma per il sincero convincimento che dal confronto delle idee può nascere una capacità migliore di capire il presente e di immaginare il futuro. Quanto alle opposizioni consiglio di abbandonare atteggiamenti da crociata; qui non ci sono nemici,ci sono avversari a cui opporsi e con cui collaborare talvolta nell’interesse supremo del paese. Vorrei una opposizione unita , capace di proporre un programma e di esplicitarlo attraverso la creazione di un governo ombra. Mi sembra invece che le divisioni siano forti e sostenute sia da idee divergenti che da ambizioni personali”

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:

Potrebbero interessarti

“Se si va in guerra non combatte solo l’Esercito, ma l’Italia intera” – Terza parte

Il Capo di Stato maggiore dell’Esercito, generale di Corpo d’Armata…

“Se si va in guerra non combatte solo l’Esercito, ma l’Italia intera” – Seconda parte

Discorso inaugurale del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Gen. C.A.…