Il tema centrale non è la collocazione del voto rispetto alla Pasqua, ma la necessità di garantire ai cittadini un tempo adeguato per informarsi. A sottolinearlo è Cesare Parodi, Presidente dell’Associazione nazionale magistrati, in un’intervista rilasciata ad Affaritaliani, intervenendo sul calendario del referendum confermativo della riforma costituzionale della giustizia. “Dai sondaggi che abbiamo – spiega Parodi – c’è un’amplissima quota di cittadini, intorno al 40%, del tutto non informati e che quindi non possono prendere una decisione consapevole”. Per il presidente dell’ANM, la priorità è dunque assicurare una campagna informativa sufficientemente lunga, indipendentemente dal fatto che il voto cada prima o dopo Pasqua, che nel 2026 sarà domenica 5 aprile.
Parodi auspica che la data del referendum non sia fissata troppo a ridosso dell’attuale fase politica. “Serve un periodo di tempo sufficiente per informare il maggior numero di cittadini possibile – afferma – immagino e spero che a breve sia fissata la data, ma non troppo vicina al momento attuale”.
Il parere
Nel mirino del presidente dellʼAnm finisce l’ipotesi, circolata su alcuni organi di stampa, di un’accelerazione da parte del governo e della maggioranza di centrodestra, con il referendum fissato per domenica 1° marzo e lunedì 2. “Sarebbe una campagna referendaria straordinariamente breve – osserva – come potrebbero essere informati adeguatamente tutti i cittadini? L’Italia è grande, siamo 60 milioni di persone”. Da qui l’auspicio che la consultazione non si tenga a inizio marzo, ma eventualmente “verso la fine di marzo”. Meno probabile, secondo Parodi, l’ipotesi di uno slittamento ad aprile, anche se ammette di non avere al momento certezze. La mancanza di una data ufficiale crea difficoltà anche sul piano organizzativo. “Mi piacerebbe sapere quando si andrà al voto anche per organizzare il lavoro”, sottolinea il presidente dell’Anm. A complicare ulteriormente il quadro c’è poi un altro elemento: quindici cittadini, non legati al comitato dell’ANM né ad alcun partito, hanno avviato una raccolta firme alternativa, con un quesito differente, per la quale sono necessarie 500mila sottoscrizioni.
“Tutti questi fattori – conclude Parodi – vanno valutati con attenzione. Per questo auspico di conoscere il prima possibile la data della consultazione referendaria”.



