La Corea del Nord ha annunciato una nuova e significativa espansione del proprio programma missilistico, confermando l’intenzione di aumentare la produzione di armamenti e modernizzare l’intera filiera industriale entro il 2026. La decisione arriva direttamente dal leader Kim Jong Un, che durante una visita alle fabbriche di munizioni ha ordinato di “incrementare la capacità missilistica” e costruire nuovi stabilimenti per soddisfare la crescente domanda militare del Paese. Secondo quanto riportato dalla Korean Central News Agency, Kim ha definito “di importanza fondamentale” l’ampliamento della produzione, sottolineando la necessità di dotare l’esercito di sistemi più avanzati. Il leader avrebbe anche supervisionato il lancio di prova di un nuovo tipo di missile antiaereo ad alta quota e lungo raggio nel Mar del Giappone, parte di un più ampio piano di modernizzazione che confluirà nel congresso del Partito previsto per il 2026. L’espansione non riguarda solo i missili terrestri. Le immagini diffuse dai media statali mostrano Kim mentre ispeziona lo scafo quasi completato di un sottomarino a propulsione nucleare, uno dei progetti più ambiziosi annunciati nel 2021 insieme allo sviluppo di missili balistici intercontinentali a propellente solido, armi ipersoniche e satelliti spia. Un programma che, secondo gli analisti, punta a rafforzare la deterrenza strategica del regime in un contesto regionale sempre più teso. La spinta nordcoreana arriva mentre Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone intensificano le esercitazioni congiunte e rafforzano i sistemi antimissile. Pyongyang, dal canto suo, accusa i tre Paesi di alimentare l’instabilità e giustifica l’accelerazione militare come risposta “necessaria” alle minacce esterne. Il rilancio del programma missilistico conferma dunque la volontà del regime di consolidare la propria posizione strategica, nonostante le sanzioni internazionali e l’isolamento economico.



