La Corte Suprema brasiliana ha autorizzato Jair Bolsonaro a lasciare temporaneamente il carcere per sottoporsi a un intervento chirurgico, dopo che una perizia medica della Polizia Federale ha confermato la necessità dell’operazione. La decisione, firmata dal giudice Alexandre de Moraes, arriva a poco più di un mese dall’inizio della detenzione dell’ex presidente, condannato a 27 anni per il tentato colpo di Stato contro il governo di Luiz Inácio Lula da Silva. Bolsonaro, 70 anni, è detenuto dal 22 novembre presso la sede della Polizia Federale a Brasilia. I medici hanno diagnosticato un’ernia inguinale bilaterale in progressivo peggioramento, ritenuta incompatibile con un rinvio dell’intervento. La Corte ha quindi autorizzato il trasferimento in un ospedale privato della capitale, dove l’operazione è programmata per il 25 dicembre, dopo un ricovero previsto alla vigilia di Natale. Il giudice Moraes ha tuttavia respinto la richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla difesa, citando “assenza dei requisiti legali” e ricordando precedenti violazioni delle misure cautelari da parte dell’ex capo di Stato. Nel provvedimento si fa riferimento anche a “atti concreti finalizzati alla fuga”, ritenuti incompatibili con qualsiasi attenuazione del regime detentivo. L’autorizzazione rappresenta la prima uscita dal carcere per Bolsonaro dall’inizio della detenzione. La vicenda si inserisce in un clima politico già teso: mentre il Congresso discute una legge che potrebbe ridurre drasticamente la sua pena, il presidente Lula ha annunciato l’intenzione di porre il veto al provvedimento, alimentando ulteriormente il dibattito nazionale. Per ora, l’ex presidente potrà lasciare la cella solo per il tempo strettamente necessario all’intervento e al recupero immediato, sotto stretto controllo della Polizia Federale. Un passaggio obbligato, ma che non modifica il quadro giudiziario di una delle figure più controverse della politica brasiliana contemporanea.



