Buone notizie sotto Natale: arrivano segnali di progressivo allentamento sul fronte del credito per famiglie e imprese. Difatti a novembre 2025 i tassi sui mutui per l’acquisto di abitazioni hanno continuato a ridursi, rendendo meno oneroso l’accesso al finanziamento per chi compra casa. Secondo il Rapporto mensile Abi di dicembre pubblicato ieri il tasso medio sulle nuove operazioni di mutuo si è attestato al 3,30%, in lieve calo rispetto al 3,31% di ottobre e soprattutto ben al di sotto del 4,42% di dicembre 2023, quando la stretta monetaria della Banca centrale europea aveva raggiunto il suo picco. La discesa dei tassi rappresenta un elemento di sollievo per il mercato immobiliare, dopo mesi di rallentamento delle compravendite legato al caro-mutui. Pur restando su livelli più elevati rispetto al periodo pre-rialzi, il costo del credito appare oggi più sostenibile, soprattutto per le famiglie con redditi stabili che avevano rinviato l’acquisto della casa in attesa di condizioni migliori.
Il miglioramento non riguarda solo i mutui. Il Rapporto segnala infatti una ripresa complessiva dei prestiti bancari. A novembre 2025, l’ammontare dei finanziamenti a famiglie e imprese è cresciuto dell’1,9% su base annua, in accelerazione rispetto al +1,7% registrato a ottobre. Per le famiglie si tratta dell’undicesimo mese consecutivo di aumento del credito, mentre per le imprese è il quinto mese di crescita, dopo una lunga fase di debolezza che aveva caratterizzato il biennio precedente.
Sistema produttivo
Anche il costo dei finanziamenti per il sistema produttivo mostra segnali di alleggerimento. Il tasso medio sulle nuove operazioni di prestito alle imprese è sceso al 3,44%, dal 3,52% del mese precedente e dal 5,45% di fine 2023. Un calo che può favorire nuovi investimenti, in un contesto economico ancora segnato da incertezza, ma in graduale stabilizzazione. Il tasso medio sul totale dei prestiti in essere, comprendendo quelli sottoscritti negli anni passati, si mantiene invece stabile al 3,96%. Sul lato della raccolta bancaria, il quadro resta solido. A novembre la raccolta complessiva da clientela residente (depositi e obbligazioni) è aumentata del 2,4% su base annua, confermando la dinamica positiva avviata nel 2024. I depositi crescono del 2,4%, mentre la raccolta a medio-lungo termine tramite obbligazioni bancarie segna un +2,5% rispetto a un anno prima.
I rendimenti riconosciuti ai risparmiatori restano differenziati. Il tasso sui nuovi depositi vincolati si colloca al 2,14%, un livello nettamente superiore a quello precedente ai rialzi dei tassi, quando a giugno 2022 era pari allo 0,29%. Rimane invece contenuto il rendimento dei conti correnti, fermo allo 0,28%, confermando la loro funzione prevalentemente di servizio più che di investimento.
Qualità del credito
A rafforzare il quadro contribuisce anche il miglioramento della qualità del credito. I crediti deteriorati netti sono scesi a 29,4 miliardi di euro a ottobre 2025, pari all’1,41% del totale dei prestiti, in calo sia rispetto ai mesi precedenti sia ai livelli di fine 2024. Un dato che conferma la distanza dai picchi raggiunti nel 2015, quando l’ammontare superava i 196 miliardi di euro.



