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Mariano Bella, Confcommercio

Confcommercio, i dati Istat. Prezzi al consumo in frenata. Di Bella: carrello della spesa in deciso rallentamento

L’Ufficio studi: prospettive favorevoli, dal Black Friday ai consumi di dicembre e del Natale
lunedì, 1 Dicembre 2025
2 minuti di lettura

Dopo ottobre anche a novembre si conferma la “frenata” dei prezzi al consumo: le stime preliminari dell’Istat indicano un calo mensile dello 0,2% e un aumento del +1,2% su base annua (il medesimo di ottobre).
Rispetto allo stesso mese dello scorso anno rallentano i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2% a +0,8%), degli Alimentari non lavorati (da +1,9% a +1,4%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +2,9%) e dei Beni non durevoli (da +1,3% a +1%). Più marcato il calo dei prezzi degli Energetici regolamentati (da -0,5% a -3,3%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (da -0,3% a -0,8%, mentre accelerano i prezzi degli Alimentari lavorati (da +2,5% a +2,7%) e si riduce la flessione di quelli dei Beni durevoli (da -0,8% a -0,1%) e degli Energetici non regolamentati (da -4,9% a -4,4%).

Prezzi che salgono e che scendono

I prezzi dei beni crescono da +0,2% a +0,3%, al contrario di quelli quella dei servizi che scendono da +2,6% a +2,2%. Di conseguenza, il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce a +1,9 punti percentuali (dai +2,4 del mese precedente).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano (da +2,1% a +1,9%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano leggermente (da +2,1% a +2,2%).

Il confronto tra mesi

Nel rapporto con il mese precedente diminuiscono i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e quelli dei Servizi relativi ai trasporti (rispettivamente -1,7% e -1,4%), mentre aumentano i prezzi degli Alimentari non lavorati (+0,7%), degli Energetici non regolamentati (+0,6%) e quelli degli Alimentari lavorati (+0,5%).
La ’“inflazione di fondo”, ovvero quella al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici calano entrambe da +1,9% a +1,8%.

L’inflazione si spegne

L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,5% per l’indice generale e a +1,9% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo cala dello -0,2% su base mensile e cresce dell’1,1% su base annua (da +1,3% del mese precedente).

Il carrello della spesa rallenta

il dato sull’andamento di prezzi al consumo di novembre – ancora in calo per in terzo mese consecutivo e in linea con le nostre stime”, evidenzia il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, “conferma la stabilizzazione dell’inflazione tendenziale su valori decisamente contenuti”. “Il quadro d’insieme indica come, al netto del permanere di alcuni movimenti nel campo degli alimentari trasformati (carni e latticini), le dinamiche dei prezzi si stanno azzerando o quasi. In particolare, il ‘carrello della spesa’, su cui si concentra l’attenzione mediatica, ha conosciuto negli ultimi mesi un deciso rallentamento, passando da una variazione, su base annua, del 3,4% di agosto all’1,9% di novembre“. “L’ulteriore ridimensionamento dell’inflazione di fondo”, fa presente di Bella, “evidenzia come nel sistema produzione trasformazione-ingrosso-distribuzione non siano presenti tensioni patologiche“.

Un po’ di slancio per i consumi

Il consolidarsi di queste dinamiche, osserva ancora la Confcommercio, potrà sostenere la fiducia delle famiglie e ridare un
po’ di slancio ai consumi e all’economia in generale. “D’altra parte, il modesto miglioramento dei conti relativi al terzo trimestre dell’anno in corso contenuto alla revisione odierna, mostra qualche indizio di una possibile ripresa della spesa delle famiglie”, conclude il direttore dell’Ufficio Studi, “Proprio in questa direzione vanno le prospettive favorevoli che dal Black Friday portano ai consumi di dicembre e del Natale“.

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