“Domani (oggi, ndr) mi recherò in Turchia e poi in Libano per compiere una visita alle popolazioni di quei Paesi ricchi di storia e di spiritualità”. Parole, queste, pronunciate ieri dal Papa durante l’Udienza generale del mercoledì in piazza San Pietro, con le quali ha presentato il suo primo viaggio apostolico, in programma da oggi al 2 dicembre. Il Pontefice ha ricordato che il viaggio sarà anche l’occasione per commemorare i 1700 anni del Primo Concilio di Nicea, annunciando otto discorsi in Turchia e otto in Libano. Secondo il programma diffuso dalla Sala Stampa vaticana, il Santo Padre sarà accompagnato dai Cardinali Koch, Gugerotti e Koovakad. In Turchia pronuncerà cinque discorsi e tre saluti in inglese; in Libano sei discorsi e due saluti, in inglese per gli appuntamenti civili e in francese per le celebrazioni liturgiche.
Gli appuntamenti in Turchia
Il viaggio si aprirà ad Ankara con la cerimonia di accoglienza ufficiale e l’incontro con il Primo ministro, seguito dalla visita al mausoleo di Ataturk e dalla firma del Libro d’Onore. Il Vescovo di Roma incontrerà il Presidente Recep Tayyip Erdogan al palazzo presidenziale e parlerà alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico alla Nation’s Library. Seguirà un colloquio con il Presidente degli Affari Religiosi. In serata, partenza per Istanbul. Il giorno successivo, alla cattedrale dello Spirito Santo, Leone XIV incontrerà vescovi, sacerdoti, consacrati e operatori pastorali. Visiterà la casa per anziani delle Piccole Sorelle dei Poveri e incontrerà il Rabbino capo della Tuchia. Dopo il pranzo privato, partirà in elicottero per Iznik, luogo dell’antica Nicea, per un incontro ecumenico di preghiera presso gli scavi della basilica di San Neofito. Qui, insieme al Patriarca Bartolomeo, reciterà il Credo niceno-costantinopolitano. Rientrerà poi a Istanbul per un incontro privato con i vescovi del Paese.
Sabato 29 novembre visiterà la Moschea Blu e, successivamente, la chiesa ortodossa siriaca di Mor Ephrem per un incontro con i capi delle Chiese cristiane. Nel pomeriggio sarà alla chiesa patriarcale di San Giorgio al Fanar per la Doxologia, al termine della quale firmerà una dichiarazione congiunta con il patriarca ecumenico. Alle 17 celebrerà la messa alla Volkswagen Arena, prima del rientro alla delegazione apostolica. Domenica 30 novembre si recherà alla cattedrale armena apostolica per un momento di preghiera e poi al Fanar per la Divina Liturgia. Pranzerà con il Patriarca Bartolomeo e nel pomeriggio partirà per Beirut, dove sarà accolto dal Presidente Joseph Aoun, dal Presidente dell’Assemblea nazionale, dal Primo Ministro e dal Patriarca maronita. Al palazzo presidenziale incontrerà le istituzioni e pianterà il ‘cedro dell’amicizia’ . Seguirà un discorso alle autorità e alla società civile prima del trasferimento in nunziatura.
Gli appuntamenti in Libano
Lunedì 1° dicembre il Papa visiterà il monastero di San Marounad Annaya, dove pregherà sulla tomba di San Charbel e visiterà il museo annesso. Si sposterà poi al santuario di Nostra Signora del Libano ad Harissa, dove pronuncerà l’omelia e consegnerà la Rosa d’Oro, benedicendo anche la prima pietra della ‘Città della Pace’. Seguirà un incontro privato con i patriarchi. Nel pomeriggio sarà in piazza dei Martiri per un incontro interreligioso, concluso dalla piantumazione di un ulivo e dal canto della pace. La giornata terminerà al Patriarcato di Antiochia dei Maroniti per un incontro con i giovani e, successivamente, con le comunità musulmane e druse. Martedì 2 dicembre il Pontefice visiterà l’Ospedale de la Croix, struttura dedicata ai disabili mentali, dove pronuncerà un saluto e visiterà uno dei padiglioni. Si recherà poi al sito dell’esplosione del porto di Beirut del 2020 per incontrare familiari delle vittime e sopravvissuti. Alle 10.30 celebrerà una messa al Beirut Waterfront e al termine parteciperà alla cerimonia di congedo all’aeroporto, prima della partenza per Roma.
Le intenzioni di preghiera e la catechesi
Intanto per il mese di dicembre, attraverso la Rete mondiale di preghiera, ieri Prevost ha rivolto un pensiero per i cristiani che vivono in contesti di conflitto, soprattutto in Medioriente. Nel videomessaggio ha chiesto che “non smettano di sentire la bontà della presenza di Dio” e possano diventare “semi di riconciliazione”.
All’Angelus invece il Papa ha sviluppato una riflessione sul verbo “generare”, indicando la fiducia nella vita come risposta alla mancanza di speranza che attraversa molte società. Ha ricordato che la vita “invoca un senso, una direzione, una speranza” e ha richiamato al coraggio di “generare vita” attraverso relazioni, responsabilità sociali e promozione del bene comune. Ha infine ribadito che la Risurrezione di Cristo è la forza che sostiene i credenti nelle prove: “Egli è la nostra speranza”.



