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Manovra, 105 emendamenti fuori: passa la norma sulle riserve d’oro di Bankitalia

Via libera agli interventi su affitti brevi, Isee per la prima casa e dividendi. La maggioranza cerca ancora un miliardo per chiudere le coperture
giovedì, 27 Novembre 2025
2 minuti di lettura

Giornata densa ieri in quel di Palazzo Chigi, nel cuore di una Capitale infreddolita, dove la maggioranza si è riunita per fare il punto sugli emendamenti alla manovra. Il Governo ha convocato i partiti per mettere ordine in un quadro che cambia di ora in ora, ma la riunione si è chiusa con un elemento che pesa più di ogni altro: le coperture. Senza fondi certi, nessuna proposta sopravvive. Il messaggio è arrivato da più voci dell’Esecutivo ed è rimbalzata per tutto il pomeriggio. La Commissione Bilancio del Senato ha annunciato intanto che 105 emendamenti risultano inammissibili. Diciotto per materia, 87 per mancanza di risorse. Una selezione che ha colpito interventi politici presentati nei giorni scorsi come priorità di alcune forze della maggioranza. Tra le misure bloccate c’è la vendita delle quote italiane del Mes, scelta che divideva già da tempo gli alleati e che è stata archiviata senza particolari reazioni. Fuori anche la norma sulla responsabilità civile dei medici, giudicata troppo onerosa dal Mef.

Il confronto interno si è scaldato soprattutto sul tema dell’oro di Bankitalia. Tre emendamenti hanno superato il vaglio e hanno aperto una discussione che negli anni era rimasta sullo sfondo. Le proposte puntano a definire con precisione la proprietà delle riserve auree della banca centrale o a introdurre meccanismi per valorizzarle. Una strada che interessa alla parte della maggioranza alla ricerca di nuove risorse per rafforzare la manovra. Alcuni dirigenti di governo hanno definito l’oro un asset fermo che merita un’analisi tecnica; altri hanno invitato alla cautela, ricordando che si parla del patrimonio di un’istituzione indipendente. La Bce ha informato, comunque e per la cronaca, di non essere stata consultata e non ha commentato la notizia.

Sanatorie fiscali

Accanto al capitolo dell’oro restano in corsa tre emendamenti sulle sanatorie fiscali. Le misure prevedono aggiustamenti che potrebbero portare entrate aggiuntive, senza trasformarsi in condoni. Il Tesoro ha parlato di correzioni utili a chiudere diverse situazioni irregolari e a garantire un gettito immediato, ma la maggioranza dovrà decidere nelle prossime ore se inserirle nel pacchetto finale. Dal vertice è arrivato poi un accordo su vari temi tecnici. Per gli affitti brevi si conferma la volontà di lasciare la cedolare secca al 21% per chi affitta un solo immobile, con l’aliquota del 26% che scatterebbe dalla terza casa. La misura dovrebbe garantire una forma di autocopertura, ma servirà la verifica del Mef. Raggiunta anche un’intesa sull’ampliamento dell’esenzione Isee per la prima casa, su norme legate ai dividendi e sulla possibilità di compensare i contributi previdenziali delle imprese.

Sul fronte fiscale ha preso forma l’aumento dell’Irap per le grandi banche. L’aliquota passerebbe dal 2% al 2,5%, con un gettito stimato in poco meno di 200 milioni. Per evitare ricadute sugli istituti più piccoli, si è valutata una franchigia che li escluderebbe. Il Ministro dell’Economia Giorgetti ha ricordato che ogni intervento dipende dalle risorse disponibili e che la manovra deve restare sostenibile.

Canone Rai

Proseguito poi anche il percorso dell’emendamento che riduce il canone Rai da 90 a 70 euro per il 2026. Resta in corsa la proposta che permette ai privati di regolarizzare l’oro da investimento non documentato attraverso un’imposta sostitutiva al 12,5% o al 13%. L’obiettivo è certificare il valore dei beni e stabilire un trattamento fiscale chiaro, evitando tassazioni sul totale dell’incasso futuro. Sul fronte previdenziale è arrivato invece lo stop alla proroga di ‘Opzione donna’. L’emendamento di Fratelli d’Italia è stato dichiarato inammissibile per mancanza di coperture. La norma avrebbe esteso i requisiti fino al 2025 e ampliato la platea, ma al momento non potrà entrare nella manovra. I proponenti hanno annunciato una riformulazione, ma servirà individuare risorse che oggi non risultano disponibili.

Prossimi passi

La maggioranza tornerà a riunirsi oggi con le nuove simulazioni del Mef. Il testo della manovra arriverà in Aula alla Camera il 19 dicembre e le prossime ore decisive per definire l’assetto finale. Infine, da segnalare che il capogruppo di FdI Lucio Malan ha confermato che manca almeno un miliardo. Alcune misure potrebbero autofinanziarsi, altre richiederanno scelte politiche.

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