Un confine tra artigianato e commercio. Un limite sul quale la Confcommercio chiede regole certe. “È necessario garantire regole che stabiliscano pari condizioni tra imprese che operano nello stesso mercato, nel rispetto del principio ‘stesso mercato, stesse regole’. In particolare la delega sulla riforma dell’artigianato rischia, in nome di una non meglio precisata modernizzazione, di alterare le corrette dinamiche di mercato e creare disparità di trattamento tra imprese”. Lo ha sottolineato Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio-Imprese per l’Italia, in audizione il 25 novembre in Commissione Attività produttive della Camera su ddl legge annuale pmi.
Dove nasce il problema
“La delega”, ha evidenziato Barbieri, “è infatti volta a costruire una nuova tipologia di impresa artigiana, superando la regola civilistica secondo cui un imprenditore è artigiano quando il lavoro proprio prevale sull’organizzazione del lavoro altrui e includendo nella qualifica di impresa artigiana anche le attività di commercio e somministrazione. La prima legge per le pmi”, ha evidenziato il segretario generale di Confcommercio-Imprese per l’Italia, “dovrebbe favorire la crescita complessiva del sistema delle piccole e medie impese, evitando misure eccessivamente settoriali o disposizioni che possano conferire a qualche impresa ingiustificati vantaggi competitivi nell’ambito del medesimo settore di attività”. In sintesi per Confcommercio è “necessario garantire regole che stabiliscano pari condizioni tra imprese che operano nello stesso mercato. Evitare misure eccessivamente settoriali”.
Consumi, sorpresa positiva
Su altri tema quello dei consumi invece la Confcommercio vede degli spiragli. Secondo i dati contenuti nell’ultimo numero della Congiuntura Confcommercio nonostante l’incertezza continui a caratterizzare i mercati, sia in Italia sia a livello globale, ci sono alcuni segnali incoraggianti.
“Settembre è stato un mese sorprendentemente positivo”, spiega il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella: “abbiamo visto un forte afflusso di turisti stranieri, un rimbalzo della produzione industriale e una buona tenuta del commercio con l’estero, anche se con oscillazioni mensili significative”.
Inflazione giù, sale il lavoro
Questi sviluppi arrivano in un contesto in cui l’inflazione continua a moderarsi, ormai considerata stabilmente sotto controllo dopo le impennate degli anni scorsi. Allo stesso tempo, i redditi reali crescono, sostenuti da un mercato del lavoro ancora solido.
Secondo Bella, “questi fattori stanno favorendo un leggero miglioramento dei consumi e un clima di fiducia più favorevole”.
Per l’ufficio studi le prospettive per il prossimo anno appaiono meno fosche: il Pil potrebbe arrivare a sfiorare un aumento dell’1%. Le prime stime suggeriscono che la tendenza positiva potrebbe essersi rafforzata anche nei mesi di ottobre e novembre. “Si tratta di segnali ancora deboli, ma non vanno ignorati”, sottolinea Bella. Il Pil mensile del bimestre ottobre-novembre segnala infatti un aumento congiunturale dello 0,4%, un dato coerente con una crescita tendenziale dell’ultimo trimestre vicina all’1%”.



