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Joseph Aoun, Presidente del Libano

Ancora raid su Gaza. Escalation in Libano: il presidente Aoun: “Il mondo fermi lo Stato ebraico”

Funerali di massa a Beirut per il comandante di Hezbollah ucciso dall'Idf. La ong Gaza Humanitarian Foundation lascia la Striscia
martedì, 25 Novembre 2025
2 minuti di lettura

La tensione in Medio Oriente è tornata a crescere. Mentre la Striscia di Gaza subiva nuovi raid israeliani e il Libano viveva una giornata di lutto e rabbia per la morte del comandante militare di Hezbollah Haytham Ali Tabatabai, ucciso domenica in un attacco dell’aeronautica israeliana nella periferia sud di Beirut. Cinque le vittime complessive e ventotto i feriti, secondo il bilancio definitivo diffuso dal ministero della Sanità libanese. Nella capitale, una folla imponente ha accompagnato il feretro del leader sciita. I cortei hanno attraversato i quartieri meridionali tra cori contro Israele e gli Stati Uniti. I vertici politici di Hezbollah erano presenti, mentre il movimento ha confermato ufficialmente la morte del suo comandante, definito un “martire della resistenza”. Il presidente libanese Joseph Aoun ha accusato Israele di voler alimentare l’escalation e ha chiesto alla comunità internazionale di fermare l’aggressione. Durante la cerimonia funebre il responsabile del consiglio esecutivo di Hezbollah Ali Daamoush ha avvertito che Israele “dovrebbe essere preoccupato” per le conseguenze dell’omicidio mirato e ha escluso qualsiasi proposta diplomatica finché Tel Aviv non rispetterà l’accordo di cessate il fuoco raggiunto lo scorso novembre. L’Iran ha condannato l’attacco definendolo un “vile assassinio”. Il clima di allerta è stato evidente anche sul fronte israeliano. Il capo di stato maggiore Eyal Zamir ha visitato ieri la divisione Bashan al confine con il Libano durante un’esercitazione a sorpresa e ha ordinato di elevare immediatamente il livello di prontezza militare.

Distruzione di tunnel di Gaza

Intanto l’Idf ha reso noto che nell’ultimo mese sono stati distrutti centinaia di metri di tunnel a Gaza. In una comunicazione ufficiale l’esercito ha riferito di aver colpito oltre sessanta obiettivi in una settimana, tra cui quindici pozzi di tunnel e quaranta strutture utilizzate dalle organizzazioni armate. L’agenzia palestinese Wafa ha segnalato ieri quattro morti in nuovi raid su Gaza City e Khan Yunis, oltre a bombardamenti a nordest di Rafah. Al Jazeera ha riferito del recupero del corpo di un ostaggio della Jihad islamica nell’area di Nuseirat. Restano nella Striscia le salme di altri tre ostaggi, due israeliani e un cittadino thailandese.

La ong Ghf si ritira

Sul piano umanitario la contestata ong Gaza Humanitarian Foundation ha annunciato ieri la fine delle attività nella Striscia. L’organizzazione, sostenuta da Stati Uniti e Israele, aveva sostituito le agenzie dell’Onu nella distribuzione degli aiuti dopo l’interruzione delle consegne decisa da Tel Aviv a maggio. Più volte i contractors impiegati dalla ong erano stati accusati di avere aperto il fuoco contro civili in coda per ricevere cibo. Il Centro di coordinamento civili e militare di Kiryat Gat ha comunicato che negli ultimi sette giorni sono entrati a Gaza più di ventunomila camion di aiuti. Solo ieri seicento ventinove sono passati da Kerem Shalom e duecentosessantuno da Zikim.

Violenza settaria in Siria

Oltre ai teatri principali di Gaza e Libano, la regione continua a essere attraversata da nuove frizioni. In Siria la città di Homs è piombata in un clima di paura dopo un duplice omicidio a sfondo comunitario che ha provocato scontri e vendette. Le autorità hanno imposto un coprifuoco notturno e dispiegato forze armate nei quartieri più esposti. L’Osservatorio siriano per i diritti umani parla di una situazione instabile da mesi con oltre mille cento morti dall’inizio dell’anno, in gran parte appartenenti alla comunità alawita.

Tajani rilancia la soluzione a due Stati

Sul fronte diplomatico il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha ribadito in un editoriale pubblicato da Arab News la posizione condivisa da Roma e Riad. Secondo entrambi i paesi solo un percorso credibile verso la soluzione dei due Stati può garantire una pace duratura. Tajani ha ricordato che l’Italia ha accolto mille trecento palestinesi per ragioni mediche e ha espresso gratitudine all’Arabia Saudita per il ruolo svolto nel sostenere gli sforzi di ricostruzione.

Erdogan valuta il contributo turco alla futura forza internazionale

In parallelo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che Ankara sta ancora valutando una possibile partecipazione alla futura forza di stabilizzazione per Gaza. Israele ha già fatto sapere che non accetterà la presenza turca nel contingente.

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