In Italia una donna viene uccisa ogni tre giorni. Dall’inizio del 2025 sono almeno 78 i femminicidi registrati, secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Non Una di Meno Ma prima della tragedia finale c’è spesso una lunga scia di violenze fisiche, psicologiche, economiche e relazionali che resta invisibile. Ed è proprio in questo spazio oscuro che gli ambulatori dei medici di famiglia possono diventare decisive sentinelle.
Alla vigilia del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) richiama l’attenzione sul ruolo spesso sottovalutato della medicina di prossimità: il medico di base è uno dei primi professionisti in grado di intercettare segnali iniziali che difficilmente emergono spontaneamente.
Formazione e strumenti
Secondo Camilla Mandatori, medico di famiglia ad Aosta, la relazione costruita negli anni consente di cogliere ciò che non viene detto: pazienti accompagnate sistematicamente dal partner, colloqui gestiti da chi le accompagna, silenzi, sguardi che sfuggono, risposte esitanti. A questi si associano indicatori clinici: contusioni spiegate in modo incoerente, ematomi in fasi diverse di guarigione, disturbi ricorrenti senza una causa organica apparente, insonnia, abuso di psicofarmaci, depressione. Secondo la SIMG, riconoscere questi segnali può “cambiare la traiettoria della vita di una donna”. Ma servono formazione e strumenti. Il presidente Alessandro Rossi sottolinea l’importanza di imparare a fare le domande giuste, con competenza e cautela, e di conoscere i percorsi territoriali, collaborando con centri antiviolenza, consultori e servizi sociali. Oggi oltre il 40% dei medici di medicina generale è donna, un dato che facilita — ma non sostituisce — la necessità di una preparazione specifica per affrontare situazioni tanto delicate
Un appello condiviso anche dall’attrice Maria Grazia Cucinotta, Presidente dell’associazione Vite senza paura, secondo cui il medico di famiglia può individuare subito un episodio di violenza, ma la paura spesso impedisce alle donne di parlare. Gli ambulatori dovrebbero quindi essere percepiti come luoghi sicuri, dove chiedere aiuto senza timore.
Il congresso
Il tema sarà al centro del 42° Congresso Nazionale SIMG, in programma alla Fortezza da Basso di Firenze dal 27 al 29 novembre, con oltre quattromila medici partecipanti. L’evento includerà sessioni scientifiche, laboratori di simulazione ad alta tecnologia, incontri con istituzioni, OMS e associazioni dei pazienti. Novità dell’edizione sarà ‘Radio Med Live’, la radio ufficiale del congresso, presente anche online con interviste quotidiane a clinici, politici e personalità del mondo culturale e dello spettacolo.



