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Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell'esercito

“Se si va in guerra non combatte solo l’Esercito, ma l’Italia intera” – Seconda parte

L’Italia ripudia la guerra… La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino
lunedì, 24 Novembre 2025
4 minuti di lettura

Discorso inaugurale del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Gen. C.A. Carmine Masiello, tenuto in occasione della cerimonia d’inizio dell’anno accademico 2024/2025 presso la scuola di formazione dell’Esercito a Modena.
Altri temi con le relative argomentazioni, benché nella brevità della circostanza, si rivelano di particolare interesse sociale anche per la loro delicata attualità.

All’industria della difesa

Il generale Masiello si rivolge anche all’industria della difesa con chiare osservazioni e aspettative: “lo dico e lo dico all’industria della difesa quando ravviso ritardi nelle consegne e tengo il punto sui requisiti tecnici che pretendo vengano rispettati perché – ricordatevelo -qualcuno mi ha fatto notare qualche giorno fa che la guerra è una cosa troppo seria per farla fare ai militari.” “Dobbiamo avere il coraggio, abbiate il coraggio di mettere a nudo le storture, le inefficienze; dobbiamo trovare procedure reattive, dobbiamo superare gli schemi che la storia ormai ha consegnato all’oblio.
Dobbiamo esserne coscienti: l’esercito deve cambiare, l’esercito deve innovarsi e deve farlo presto; la locomotiva del cambiamento è partita; è stata la mia prima priorità da quando ho assunto il mandato di Stato Maggiore dell’Esercito. Abbiamo reagito, abbiamo reagito al modo di fare una guerra, abbiamo reagito a una sorpresa come tutte le altre forze armate; non soltanto noi, non siamo stati gli unici a sorprese; non fatevi criticare che l’esercito italiano non è pronto per questi scenari…
Parla del recente passato, ricordando le famose operazioni di sostegno alla pace, ritenendoli ormai, appunto, scenari del passato: “…tutti si erano concentrati su queste famose operazioni di sostegno alla pace; tutti guardavano a quegli scenari; nessuno ha avuto la visione di capire quello che stava succedendo. Era comodo fare l’operazione della pace, in primis perché costano di meno, quindi è più comodo prepararsi per una cosa del genere. Invece bisogna prepararsi per le cose più difficili perché se si sanno fare le cose più difficili si sanno fare anche quelle più facili, anche se questo costa di più ma questa è la reazione, è la reazione che tutti stiamo avendo in questo momento; stiamo cercando di correre per far fronte a quello che sta succedendo in Ucraina e Medio Oriente.

Reattività e proattività guardando al futuro

Il Capo di Stato maggiore fa di tutto per inculcare nella mente della platea concetti basilari dinamici. Egli suggerisce che “….alla reattività si deve affiancare la proattività, perché se ci limitiamo a reagire, fra 15, vent’anni, qualcuno di voi, che sarà al mio posto, avrà gli stessi problemi che io ho adesso, perché sarà cambiato lo scenario; non avremo previsto, perché ci saremo concentrati sulla reazione, a quello che sta succedendo; quindi ci vogliono leader reattivi e proattivi. Voglio esemplificare, per far comprendere ciò a cui mi riferisco: ‘Si reagisce all’Ucraina ma si è proattivi per l’Africa che sarà il problema dei prossimi 20, trent’anni’.”

Istruzioni per il futuro – il vademecum del soldato

Una iniziativa insolita è la elaborazione di un documento di poche pagine distribuito al personale tutto, nel quale il Generale Masiello descrive la sua visione, il suo concetto, nonché ruolo e finalità dell’esercito. Egli in merito afferma: “…dalla mia postazione di combattimento, dalla mia buca, dalla mia trincea, dagli eventi, come vedo dove è diretto l’esercito, di come si muoverà nei prossimi anni, su cosa dobbiamo tutti insieme accelerare e qual’è lo scopo del nostro impegno quotidiano.
Con uno sprono di lungimirante apertura mentale e con un non comune paterno atteggiamento il Capo di Stato Maggiore esorta i militari di ogni ordine e grado dicendo: “Leggetelo tutti, confrontati a livello personale; è importante perché questo fa parte della nostra scelta di vita; l’esercito è grato a ciascuno di noi, a ciascuno di voi, a ciascuno di noi per quello che fa per il nostro Paese. Se non si è convinti c’è sempre tempo per cambiare strada.

La formula dei tre assi: Tecnologia, addestramento, valori

È un concetto sul quale il Capo di Stato maggiore non si stanca di ritornarvi, a costo di essere giudicato noioso.Egli prosegue dicendo: “Vorrei però focalizzare solo alcuni tratti essenziali dei tre assi, come sviluppo della forza armata che ho posto, sin dall’inizio, alla base del mio mandato. Lo sapete ormai a memoria: Tecnologia, addestramento, valori.
Analizza l’importanza dei tre assi, affermando, con una instancabile tenacia, che: “La tecnologia rappresenta la proattività; è la trasformazione continua; è la nostra arma per sopravvivere vittoriosi sul campo di battaglia. Oggi vince chi è più tecnologico, tutto il resto sono chiacchiere. Mi dispiace, in un confronto con la simmetria tecnologica esce sconfitto chi non ha abbastanza tecnologia per competere; vince chi ha la superiorità tecnologica e l’esercito, l’ho detto, o è tecnologico o non è.
Poche settimane fa abbiamo fatto un’esercitazione di sperimentazione; abbiamo testato l’impiego di nuove tecnologie di armi e mezzi di cui stiamo iniziando a equipaggiare l’esercito, ponendoci all’altezza in alcuni settori, anche all’avanguardia, nel primo, degli eserciti occidentali, l’addestramento, addestramento, l’essenza della nostra missione.”

Stellette e addestramento come polizza assicurativa

Chi sceglie di mettere le stellette sceglie di addestrarsi; si cresce a pane e addestramento. È la nostra polizza assicurativa, è la polizza assicurativa per il nostro Paese, è la polizza assicurativa per ognuno di noi; più sarete addestrati e maggiori probabilità avrete di sopravvivere sul campo di battaglia voi e chi è a fianco a voi; e penso che ognuno voglia a fianco di sè qualcuno addestrato; quindi addestratevi e pretendete dai vostri uomini che siano addestrati.”

I valori, regole di vita, il giuramento come contratto, le stellette, il tricolore – il Paese che chiama…
Il Capo di Stato maggiore Masiello ci tiene a sottolinearenel definire che “I valori rappresentano le nostre regole di vita, rappresentano l’impegno che ognuno di noi ha assunto un giorno giurando davanti al tricolore; quello è il contratto che abbiamo sottoscritto con l’Italia. Ai contratti si tiene fede; se uno non vuole tenere fede al contratto, come ho detto prima, può sempre cambiare strada. Queste regole, questi valori, sono sulle nostre stellette, le portiamo sul bavero qui e sono quelli che ci rendono uniti; sono la nostra forza, sono quelli che fanno la differenza fra la nostra Istituzione e un’organizzazione.

Chiamate l’Esercito quando il Paese è in difficoltà

…quando c’è una crisi, quando il Paese è in difficoltà, sentite dire: ‘Chiamate l’esercito’. Le regole sono la garanzia che l’esercito ci sarà sempre quando il Paesechiama. La certezza è che non abbandoneremo mai i nostri concittadini; sono regole che non ammettono compromessi, non ammettono deroghe, non ammettono ripensamenti. Regole che evolvono ideali, valori, tradizioni verso i quali – e lo sottolineo – non dobbiamo accettare nessun attacco, nessuna flessione. Sono la ragione per la quale il soldato è pronto a sacrificare la propria vita per chi ha al proprio fianco. Non dimenticatelo mai, non tollerate che vengano messi in discussione le nostre regole; sono la garanzia della nostra esistenza e della nostra sopravvivenza. La sfida del cambiamento è una sola con tante fasce.” “…L’esercito, è noto, riflette l’intero spaccato della società; tutte le generazioni che oggigiorno muovono i fili della società.” Segue

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