“Tutti sono chiamati a costruire pace, amicizia, collaborazione”. Questo, in estrema sintesi, il concetto più importante espresso ieri da Sergio Mattarella aprendo il suo intervento a Padova al meeting annuale dei ‘Medici con l’Africa Cuamm’, organizzato per il 75esimo anniversario del Collegio Universitario Aspiranti e Medici Missionari. Il Capo dello Stato è stato accolto da una lunga standing ovation e ha salutato sul palco il Direttore dell’organizzazione, don Dante Carraro, sottolineando il valore dell’impegno svolto in oltre sette decenni di attività. Il Presidente della Repubblica ha collocato la riflessione sulla pace all’interno della storia del Cuamm, ricordando come l’organizzazione sia nata nel 1950 dall’iniziativa del Professor Francesco Canova e del Vescovo Girolamo Bortignon, in un periodo in cui non esisteva un quadro normativo sulla cooperazione internazionale. Nel 1954 partirono i primi medici destinati all’Africa sub-sahariana, in una fase storica segnata ancora dal dominio coloniale di diversi Paesi. Mattarella ha ricordato la figura di Don Luigi Mazzuccato, che contribuì alla crescita dell’organizzazione, definendo amicizia e senso di comunità elementi centrali della sua visione. Ripercorrendo questa storia, il Capo dello Stato ha affermato che il Cuamm “non si è dato l’alibi di essere troppo piccolo per cambiare il mondo” e ha richiamato la capacità dell’ente di integrare testimonianze e organizzazione.

Formazione sanitaria
L’intervento si è poi soffermato sul valore della presenza del Cuamm in Africa. Il Presidente ha ricordato i programmi destinati alla formazione sanitaria e al sostegno delle comunità locali, evidenziando come queste attività abbiano attraversato decenni di trasformazioni politiche e sociali. Ha spiegato che l’opera svolta nei territori africani “lancia un messaggio chiaro”, collegato alla responsabilità comune: tutti, ha ribadito, sono chiamati a contribuire ai percorsi di pace. Di certo questa affermazione va posta in relazione al contesto internazionale attuale, segnato da conflitti e tensioni che, secondo il Capo dello Stato, richiedono iniziative fondate sulla cooperazione.

Mattarella ha approfondito il tema dei rapporti tra Europa e Africa, spiegando che l’investimento nello sviluppo africano è “di primario rilievo” per entrambi i continenti. Ha ribadito che il futuro delle due aree “è sempre più fortemente connesso” e ha inserito il Piano Mattei in questo quadro, definendolo “un foro operativo di coinvolgimento e collaborazione”. Ha richiamato anche la rilevanza della presenza italiana ai recenti appuntamenti internazionali, come il G20 di Johannesburg e la conferenza in Angola tra Unione Europea e Unione Africana, collocandoli nel percorso di rafforzamento dei legami multilaterali.
Aldo Moro

Un passaggio dell’intervento ha riguardato il riconoscimento istituzionale ottenuto dal Cuamm. Mattarella ha ricordato che fu Aldo Moro a firmare il decreto che rese l’organizzazione la prima Ong sanitaria italiana e ha citato una riflessione dello statista sulla “fame e sete di giustizia”, collegandola all’impegno delle donne e degli uomini del Cuamm. Il Presidente ha sottolineato il valore della solidarietà, definendola un antidoto alla rassegnazione e all’indifferenza. Nella parte conclusiva del discorso, ha richiamato il ruolo del Cuamm come ponte tra comunità, istituzioni e sistemi sanitari diversi. Ha invitato a proseguire nella promozione della “dignità inviolabile e del rispetto della persona”, con l’obiettivo di rafforzare una cultura fondata su responsabilità, cooperazione e tutela della vita umana. Mattarella ha espresso la gratitudine della Repubblica per il lavoro svolto nell’arco di 75 anni, indicando la ricorrenza come occasione per riflettere sulla funzione della cooperazione sanitaria e sulle prospettive dei rapporti tra Italia e Africa.



