La raccolta indiretta delle banche italiane torna a correre. Tra settembre 2024 e settembre 2025 gli investimenti in titoli custoditi presso gli istituti di credito sono aumentati di 90,7 miliardi di euro, secondo quanto emerge dal Rapporto mensile dell’Abi. A trainare l’incremento sono state soprattutto le famiglie, con 19,5 miliardi in più, seguite dalle imprese non finanziarie (17 miliardi) e dagli altri settori, inclusi istituzioni finanziarie, assicurazioni e pubblica amministrazione. Parallelamente prosegue la crescita della raccolta diretta complessiva – depositi della clientela residente più obbligazioni – che a ottobre ha registrato un aumento del 3,3% su base annua, migliorando rispetto al +3,0% rilevato il mese precedente. La componente dei depositi, nelle varie forme, è salita del 2,8% annuo dopo il +3,1% di settembre, confermando una dinamica stabile nonostante il rallentamento del contesto macroeconomico.
Ancora più marcata la crescita della raccolta a medio e lungo termine: le obbligazioni bancarie, tornate centrali nelle politiche di funding degli istituti, sono aumentate del 6,9% a ottobre 2025 rispetto allo stesso mese del 2024, in forte accelerazione rispetto al +2,7% di settembre. Un segnale, sottolinea l’Abi, di maggiore propensione agli investimenti di durata e di una rinnovata fiducia nella solidità del sistema bancario.
Numeri in miglioramento
Sul fronte della qualità del credito, i numeri continuano a migliorare. I crediti deteriorati netti a settembre ammontavano a 29,4 miliardi, in ulteriore calo rispetto ai 30,2 miliardi di marzo 2025 e ai 31,3 miliardi di dicembre 2024. La riduzione è ancora più evidente se confrontata con il picco storico del 2015, quando i deteriorati netti avevano raggiunto i 196,3 miliardi: oggi il livello risulta inferiore di circa 167 miliardi. Anche l’incidenza dei deteriorati sui crediti totali è ai minimi: a settembre il rapporto si è attestato all’1,41%, in miglioramento rispetto all’1,48% di marzo 2025 e all’1,51% registrato a fine 2024. Un dato che impallidisce di fronte al 9,8% del dicembre 2015, confermando il percorso di risanamento compiuto in un decennio dal settore bancario.
Nel complesso, i dati Abi mostrano un sistema del credito che continua a rafforzarsi, grazie a una doppia spinta: più raccolta, sia diretta sia indiretta, e una qualità degli attivi in costante progresso. Un equilibrio che, se mantenuto, potrà sostenere la capacità delle banche italiane di finanziare famiglie e imprese anche nei prossimi mesi.



