Il Kazakistan ha annunciato la propria adesione agli Accordi di Abramo, il quadro diplomatico promosso dagli Stati Uniti per normalizzare i rapporti tra Israele e i Paesi a maggioranza musulmana. La decisione, formalizzata durante un incontro alla Casa Bianca tra il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev e il presidente americano Donald Trump, è stata definita “un passo storico verso la pace e la prosperità” ma ha soprattutto un valore simbolico. Il Kazakistan intrattiene relazioni diplomatiche con Israele da oltre trent’anni, e non ha mai interrotto i rapporti bilaterali. L’adesione agli Accordi di Abramo non comporta cambiamenti sostanziali nella politica estera di Astana, ma rappresenta un segnale politico di sostegno all’iniziativa statunitense, rilanciata da Trump nel suo secondo mandato dopo il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. “Sempre più nazioni si stanno schierando per abbracciare la pace,” ha dichiarato Trump, che ha salutato la mossa come “una conferma del ruolo guida degli Stati Uniti nel costruire ponti nel mondo”. Il presidente kazako ha parlato di “adesione naturale” a un quadro che promuove cooperazione economica, stabilità regionale e dialogo interreligioso. L’annuncio è arrivato nel contesto di un vertice tra Trump e i leader di Uzbekistan, Tagikistan, Turkmenistan e Kirghizistan, volto a rafforzare i legami tra Washington e le repubbliche dell’Asia centrale. Secondo fonti diplomatiche, il Kazakistan potrebbe partecipare a progetti congiunti in ambito energetico e tecnologico con Israele, nell’ambito degli accordi. L’adesione di Astana è la prima del secondo mandato di Trump e si aggiunge a quelle di Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Marocco e Sudan, firmate tra il 2020 e il 2021. Secondo Il Sole 24 Ore, il presidente americano ha anche ventilato l’ipotesi di una forza internazionale a Gaza per garantire il rispetto del cessate il fuoco.



