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Gilberto Picchetto Fratin, Ministro dell'Ambiente

Accordo Ue sul clima, Pichetto: “Un compromesso buono e realistico”

Intesa sul nuovo obiettivo climatico al 2040, fissando la riduzione delle emissioni al 90% rispetto al 1990, con la flessibilità richiesti da diversi Paesi, tra cui l’Italia
giovedì, 6 Novembre 2025
3 minuti di lettura

Si è conclusa ieri mattina a Bruxelles la maratona negoziale tra i ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea per definire il nuovo traguardo sulle emissioni di gas serra. Dopo quasi ventiquattro ore di confronto è stato approvato un accordo che prevede una riduzione del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. Una cifra che resta in linea con le proposte iniziali della Commissione ma con l’aggiunta di alcune flessibilità pensate per alleggerire il peso economico sugli Stati membri.

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha parlato di “trattativa intensa” e di un risultato che tiene conto delle esigenze italiane. «La Commissione ha riconosciuto che le istanze che portavamo avanti come Italia e come gruppo di Paesi uniti all’Italia erano rilevanti e importanti», ha spiegato. Tra le misure accolte figurano lo slittamento di un anno del nuovo sistema di scambio delle quote di emissione, l’Ets2, e il riconoscimento del ruolo dei biocarburanti nella transizione energetica. È stato inoltre approvato l’aumento dal 3 al 5% della quota di crediti internazionali di carbonio, cioè certificati che permettono di compensare parte delle emissioni attraverso progetti ambientali realizzati fuori dall’Unione Europea.

L’Italia e il ruolo nella trattativa

Pichetto ha definito l’intesa “un compromesso buono” e ha ringraziato la Commissione, il presidente del Consiglio europeo e i colleghi dei vari Paesi. «Si è trovato un buon accordo – ha aggiunto – anche alla luce delle valutazioni sul commercio internazionale e delle istanze provenienti da più Stati membri».

Il negoziato, durato tutta la notte, si è chiuso con la soddisfazione della delegazione italiana, che ha sostenuto una linea di maggiore gradualità. L’intesa prevede la possibilità di rivedere il target nel corso dei prossimi anni in base all’andamento economico, un punto considerato fondamentale per evitare effetti negativi sulla competitività delle imprese europee.

Fidanza: “L’Italia guida una linea più pragmatica”

Anche in Italia le reazioni sono state improntate alla soddisfazione. Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, ha parlato di “successo italiano” e di un cambio di approccio in Europa. «Un nuovo obiettivo intermedio di riduzione secca del 90% avrebbe comportato costi insostenibili per imprese e cittadini» ha dichiarato. «Grazie al lavoro dell’Italia, ottimamente rappresentata dal ministro Pichetto Fratin in stretto collegamento con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è stato finalmente affermato un approccio più pragmatico e meno ideologico».

Fidanza ha evidenziato che la diminuzione effettiva all’85%, con il restante 5% coperto da crediti internazionali e un ulteriore 5% previsto in fase di revisione, rappresenta «un passo avanti verso una politica ambientale più equilibrata». Ha inoltre sottolineato il rinvio dell’Ets2 al 2028 e il riconoscimento esplicito del ruolo dei biocarburanti come strumenti utili per ridurre le emissioni nei trasporti senza penalizzare il settore industriale.

Procaccini: “Un compromesso utile anche all’economia”

Sulla stessa linea si è espresso l’europarlamentare di Fratelli d’Italia – Ecr Nicola Procaccini, che ha definito l’accordo «un buon compromesso sulla CO₂ fuori Ue e sui biocarburanti». Secondo l’eurodeputato, «il ruolo di pungolo svolto dal governo italiano ha contribuito affinché la legge sul clima venisse dotata di margini di flessibilità grazie a progetti ambientali e di cattura della CO₂ da realizzarsi fuori dall’Unione».

Procaccini ha ricordato che, pur avendo la Ue ridotto fortemente le proprie emissioni, il continente contribuisce oggi per appena il 7% al totale mondiale, mentre le emissioni globali continuano ad aumentare. «I popoli europei stanno già pagando un prezzo altissimo in termini di competitività» ha detto «ed è giusto che sia stata inserita una clausola di revisione legata all’andamento economico dei prossimi anni».

Cosa cambia con l’Ets2 e i crediti di carbonio

Il nuovo sistema Ets2, che entrerà in vigore nel 2028, riguarda i settori del trasporto e del riscaldamento e prevede un meccanismo di scambio di quote di emissione: le aziende potranno acquistare o vendere diritti a emettere CO₂ in base ai propri livelli di produzione. L’obiettivo è rendere più costoso inquinare e incentivare l’adozione di tecnologie pulite.

I crediti di carbonio invece permettono agli Stati o alle imprese di compensare una parte delle proprie emissioni finanziando progetti di riforestazione, energie rinnovabili o cattura della CO₂ in Paesi terzi. Nell’accordo raggiunto gli Stati Ue potranno utilizzare fino al 5% di questi crediti, con la possibilità di un ulteriore 5% in fase di revisione.

Verso la Cop30 e la neutralità climatica

L’intesa arriva a poche settimane dalla Cop30, la conferenza mondiale sul clima che si terrà in Brasile, dove l’Unione Europea presenterà il proprio piano aggiornato per il 2040. Il nuovo target si inserisce nel percorso verso la neutralità climatica al 2050, ossia il punto in cui le emissioni residue saranno compensate da attività di assorbimento della CO₂.

Il compromesso europeo punta a mantenere alto l’obiettivo ambientale ma tenendo conto delle esigenze economiche e sociali. L’accordo sarà ora esaminato dal Parlamento europeo prima dell’approvazione definitiva. Bruxelles si prepara così a presentarsi alla Cop30 con una posizione comune.

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