In questi giorni in cui viene annunciata la firma degli accordi di pace su Gaza, per la quale si deve dar merito al presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, non si può dimenticare il grande ruolo svolto dalla Santa Sede nel corso di tutto l’iter delle trattative ed il grande impegno profuso dal Santo Padre, Leone XIV e dal suo Segretario di Stato. In particolare vanno ricordate e sottolineate le parole del Cardinale Pietro Parolin, peraltro oggetto in questi giorni di critiche da parte di esponenti israeliani per l’uso della parola ”carneficina”, utilizzata per descrivere l’offensiva israeliana, per l’affermazione che la guerra israeliana non abbia tenuto conto del fatto che “di fronte ad una popolazione per lo più inerme e ridotta allo stremo” e per l’invito a non ridurre le persone umane a mere ‘vittime collaterali’.
L’impegno del cardinale Parolin
Le sincere e condivisibili parole del Cardinale Parolin esprimevano in modo chiaro e preciso la posizione costante della Santa Sede, del magistero di sempre e di Papa Leone XIV e sono state dallo stesso Pontefice riconosciute come la posizione ufficiale della Chiesa. Condannare ogni forma di violenza contro i civili non significa relativizzare il male compiuto da chi attacca, ma riaffermare un principio cristiano universale: nessuna guerra può giustificare la perdita di vite innocenti, un concetto quantomai significativo in queste giornate di gioia per gli spiragli apertisi con l’intesa sul piano Trump in Egitto.
Il messaggio di Papa Leone XIV
Il messaggio di Parolin e di Papa Leone XIV, che lo ha fatto proprio , è radicato nella dottrina sociale della Chiesa, secondo la quale la dignità della persona umana resta intangibile anche nei contesti di conflitto più drammatici.
La Chiesa non è mai schierata con una sola parte, ma con l’uomo. E lo stesso Santo Padre, richiamando l’appello del Cardinale Parolin, ci ha ricordato che non esiste giustizia possibile senza compassione né sicurezza senza rispetto per la vita umana.
Il dovere dei Cattolici
È nostro dovere come cattolici perciò , denunciare con forza ogni ritorsione che colpisca civili inermi, qualunque ne sia il pretesto, ribadendo inoltre che la condanna dei barbari attacchi terroristici del 7 ottobre rimane ferma e inequivocabile, ma che la risposta alla violenza non può trasformarsi in ulteriore violenza: Il 7 ottobre è stato un giorno di orrore, che nessuno dimenticherà. Ma la fede cristiana ci insegna che la pace non si costruisce moltiplicando le vittime. La voce della Santa Sede perciò non indebolisce la pace: la difende, ricordando al mondo che ogni uomo, israeliano o palestinese, porta in sé il volto di Dio.