Circa 24 persone sono morte e decine sono rimaste ferite in Myanmar, durante un attacco condotto con un parapendio armato contro una celebrazione buddista nel distretto di Sagaing, roccaforte della resistenza civile contro la giunta militare. L’attentato, avvenuto il 7 ottobre, ha colpito un raduno pacifico di monaci e fedeli riuniti per la festa della luna piena di Thadingyut, una delle più importanti del calendario religioso birmano. Secondo fonti locali, l’attacco sarebbe stato sferrato da un membro delle forze armate, che avrebbe sorvolato l’area a bassa quota con un parapendio motorizzato, lanciando esplosivi artigianali sulla folla. Le vittime includono donne, bambini e almeno tre monaci. Le immagini diffuse dai media indipendenti mostrano corpi senza vita tra le decorazioni festive, in un paesaggio di devastazione. L’esercito non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma gruppi per i diritti umani e attivisti locali parlano di una nuova escalation nella repressione contro le comunità che sostengono il movimento pro-democrazia. Sagaing, già teatro di raid e incendi di villaggi, è considerata una delle zone più colpite dalla violenza militare dopo il colpo di Stato del 2021. La comunità internazionale ha condannato l’attacco. L’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani ha definito l’episodio “un crimine contro civili inermi”, mentre Amnesty International ha chiesto un’indagine indipendente. Intanto, il governo ombra birmano ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. Il parapendio, simbolo di libertà e gioco, si è trasformato in strumento di terrore. E in Myanmar, anche una festa religiosa può diventare teatro di guerra.
Myanmar, strage durante una festa buddista: circa 24 morti in un attacco con parapendio dell’esercito
