In Italia il tema del lavoro diventerà sempre più centrale e problematico. Nel 2024, il confronto tra i 24enni che entrano nel mercato del lavoro e i 67enni che ne escono evidenzia un saldo negativo di circa 130mila lavoratori. Da questo scenario la Confederazione nazionale degli artigiani prevede una stima nell’arco di dieci anni, “il divario crescerà fino a raggiungere i 300mila lavoratori in meno”. A lanciare l’allarme il presidente nazionale, Dario Costantini, aprendo i lavori del convegno “Welfare e previdenza: una nuova giustizia per i lavoratori autonomi”, organizzato in occasione dell’assemblea elettiva di Cna Professioni.
Un piano per lavoro e competenze
“Oggi i giovani certi lavori non li vogliono più fare”, evidenzia Costantini, “è un problema non solo per gli artigiani, è un problema per tutti. Intere filiere e mestieri stanno scomparendo e questo fenomeno interesserà naturalmente anche il mondo dei professionisti. Inoltre, dobbiamo fare i conti con l’avanzare dell’inverno demografico e credo che non ci sia da parte della politica la contezza della gravità di questa situazione. Per questi motivi ho proposto al presidente del Consiglio di programmare gli “Stati generali sul lavoro” perché credo che, se in questo Paese e in Europa un piano Marshall deve essere messo a terra, sicuramente dovrebbe essere un piano Marshall sul lavoro, sulle competenze e sulla formazione”.
Le dimenticanze del decreto bollette
Costantini sottolinea il tema dei rincari energetici: “Il decreto bollette ha dimenticato coloro che hanno una potenza impiegata sotto i 16.5 kilowatt. Si continua a pensare alle imprese energivore, ma non si fa niente per le imprese ad alto consumo energetico”, puntualizza il leader della Confederazione, “Il problema dell’energia si risolverà, in parte abbiamo provato anche noi promuovendo l’istituzione di un fondo per l’autoproduzione dell’energia destinato alle micro e piccole imprese utilizzando le risorse del Pnrr. Abbiamo messo in campo tanti progetti, sicuramente mai abbastanza per le esigenze delle nostre imprese. Come Cna”, osserva infine Costantini, “rappresentiamo la più alta fascia delle imprese italiane e chi ci governa, non venendo dal nostro mondo, fatica a conoscere le aspettative e le problematiche che noi rappresenti“.