Una sentenza della corte federale della Louisiana ha respinto la causa intentata da otto cittadini e dal gruppo React19 contro il Public Readiness and Emergency Preparedness (PREP) Act, la legge che garantisce immunità legale ai produttori di vaccini anti-COVID. La decisione ha scatenato indignazione tra migliaia di americani che si ritengono danneggiati dai vaccini e che chiedono giustizia e risarcimenti adeguati. “È devastante. Il sistema ci ha abbandonati”, ha dichiarato il dottor Joel Wallskog, co-presidente di React19, che rappresenta oltre 36.000 persone colpite da reazioni avverse. La causa mirava a dichiarare incostituzionali le disposizioni del PREP Act, che impediscono ai cittadini di citare in giudizio direttamente i produttori come Pfizer, Moderna e Novavax. La corte ha stabilito che i querelanti non avevano legittimazione ad agire, poiché una sentenza favorevole non avrebbe rimosso gli ostacoli legali né garantito un risarcimento diretto. Durante la pandemia, i vaccini sono stati classificati come “contromisure”, rientrando sotto la protezione del PREP Act. L’unico canale di risarcimento disponibile è il Countermeasures Injury Compensation Program (CICP), un meccanismo federale che si è rivelato inefficace: su oltre 14.000 richieste, solo 41 sono state accettate, spesso con indennizzi minimi. Wallskog ha denunciato il sistema come “una rete di sicurezza fallita”. “Il PREP Act e il CICP non dovrebbero coesistere. Uno protegge le aziende, l’altro ignora le vittime”, ha aggiunto. Anche Kim Mack Rosenberg, consulente legale della Children’s Health Defense, ha criticato la sentenza, accusando la corte di aver evitato il cuore del problema: “Ancora una volta, si è scelto di archiviare il caso sulla base della legittimazione, senza affrontare le gravi questioni costituzionali sollevate”. Questa sentenza alimenta la richiesta di un sistema di risarcimento che metta al centro le persone, non gli interessi delle multinazionali farmaceutiche.
