Ieri le 41 imbarcazioni della Global Sumud Flotilla sono state intercettate e sequestrate dalla marina israeliana a circa 70 miglia da Gaza, in acque internazionali. Tra i natanti fermati anche la Marinette (bandiera polacca), rimasta indietro e bloccata a 42,5 miglia. Gli arrestati sono 473, di cui 46 italiani: dopo lo sbarco al porto di Ashdod, sono stati trasferiti nei centri detentivi di Ketziot e Saharonim (deserto del Negev) in attesa delle procedure di espulsione o, per chi rifiuta l’espulsione volontaria, di un rapido passaggio giudiziario che può sfociare nell’allontanamento coatto entro 72 ore. Il team legale della Flotilla denuncia udienze iniziate ad Ashdod “senza assistenza” e segnala “ore senza cibo né acqua” e “abusi verbali e fisici” durante l’abbordaggio (idranti, fucili spianati). Polemica per le parole del ministro Itamar Ben-Gvir agli attivisti: “Siete terroristi”. L’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv ha stabilito contatti telefonici con alcuni connazionali e con i quattro parlamentari fermati: Marco Croatti, Annalisa Corrado, Arturo Scotto, Benedetta Scuderi. I quattro sono stati liberati e ieri pomeriggio sono atterrati a Fiumicino, accolti da Elly Schlein, Angelo Bonelli e Lorenzo Patuanelli. “Siamo provati ma bene. Il pensiero resta a chi è ancora lì e a Gaza”, hanno detto all’arrivo. Secondo media israeliani, su richiesta italiana il capo del Mossad, Dadi Barnea, avrebbe trasmesso a Roma foto e video dei detenuti, ottenuti dal ministero dei Trasporti (Miri Regev), per “rassicurare sulle condizioni” e contenere la frizione diplomatica. Le visite consolari ai connazionali sono iniziate ieri, 3 ottobre, e proseguiranno domani mattina, 5 ottobre. Intanto Roma e diverse capitali europee hanno espresso proteste per il sequestro in acque internazionali e per il trattamento degli attivisti; Tel Aviv replica che si tratta di interdizione legittima per impedire violazioni del blocco navale. Intanto dalla Turchia sarebbero in rotta verso est altre 45 barche, segno che la mobilitazione non si arresta.
Onu: “Flotilla atto non violento”. Gaza, altri 57 morti
Per le Nazioni Unite la flottiglia “non è un’escalation” ma un atto non violento che va gestito evitando danni ai partecipanti. L’Unicef definisce “farsa” l’idea di una “zona sicura” nel sud di Gaza: scuole-rifugio “regolarmente ridotte in macerie”, tende colpite, “bombe con agghiacciante prevedibilità”. Sul terreno, almeno 57 palestinesi sarebbero stati uccisi ieri tra raid e colpi d’arma da fuoco; tra le vittime Omar Hayek, 42 anni, terapista di Medici Senza Frontiere a Deir al-Balah. A Gaza City, lo Shifa segnala difficoltà a far arrivare personale e feriti durante l’offensiva israeliana.
La seconda già in rotta
Mentre il grosso della Sumud veniva sequestrato, una seconda flottiglia è salpata: 11 imbarcazioni partite da Catania e Otranto, coordinate da Freedom Flotilla e Thousand Madleen, con quasi cento tra medici, infermieri e giornalisti di 25 Paesi. L’unità maggiore è la “Conscience”, salpata da Otranto il 30 settembre con circa 150 persone a bordo. “Le proteste di piazza dopo l’abbordaggio ci danno forza: vogliamo rompere un assedio che dura da 17 anni”, dice il medico torinese Francesco Prinetti.Un’unità della Sumud con 21 persone ha chiesto e ottenuto scalo a Larnaca (Cipro) per rifornimento e motivi umanitari, ricevendo assistenza di base e consulare.
Hamas prende tempo, l’ultimatum di Trump
Hamas ha fatto sapere ai mediatori di Qatar ed Egitto di aver bisogno di più tempo per valutare il piano Trump: restituzione dei 48 ostaggi (Israele stima vivi circa 20), disarmo e uscita dal potere in cambio di fine dei combattimenti e liberazione di centinaia di prigionieri palestinesi. Il testo, accettato da Netanyahu, non prevede un percorso verso lo Stato palestinese, elemento ritenuto “inaccettabile” da esponenti del movimento. Su Truth Social il presidente Donald Trump ha imposto un ultimatum: “Accordo entro domenica alle 18:00 (Washington) — mezzanotte in Italia — o ‘l’inferno come mai visto si scatenerà contro Hamas’. ‘Ci sarà pace in Medio Oriente in un modo o nell’altro’”.