Prevenzione, trasparenza e controllo sono le parole chiave emerse dal Forum internazionale sull’economia dei rifiuti promosso dal Consorzio PolieCo, svoltosi a Napoli. Nel corso dell’incontro l’Ingegner Laura D’Aprile, Capo dipartimento per lo Sviluppo sostenibile del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha posto l’accento su legalità, filiere critiche e mercati di sbocco, con particolare attenzione agli appalti finanziati dal Pnrr. “Il confronto è stato particolarmente interessante sul tema degli illeciti negli appalti green. Il Ministero si trova ad affrontare un lavoro straordinario: per gli appalti a titolarità ci avvaliamo delle centrali di committenza pubblica, come Invitalia, ma l’attenzione per i profili di legalità è massima”, ha spiegato D’Aprile. Il Mase monitora con attenzione sia le gare gestite direttamente sia le procedure di concessione di benefici a soggetti pubblici e privati. Fondamentale il ruolo dell’Anac, che supporta con la vigilanza collaborativa e segnala tempestivamente rallentamenti o anomalie, consentendo interventi preventivi sui profili di rischio.
Mercati di sbocco e impianti

Un capitolo importante riguarda le filiere critiche, individuate come prioritarie per la transizione circolare. “Abbiamo acceso un focus su due settori particolarmente delicati: il tessile, su cui sono già partiti approfondimenti e valutazioni con gli stakeholder, e le plastiche, che rivestono un ruolo strategico per l’industria e per il raggiungimento degli obiettivi comunitari”, ha aggiunto D’Aprile che ha inoltre segnalato la criticità rappresentata dalla difficoltà dei mercati di sbocco dei materiali riciclati, un problema globale che va affrontato “in modo preventivo e concreto”. In assenza di sbocchi e di impianti adeguati, ha spiegato, “si possono creare criticità ambientali sistematiche, spesso terreno fertile per attività illecite”. Su questo punto il Ministero ha già ricevuto mandato politico per intervenire rapidamente.
“Allinearsi all’Europa, basta rinvii sulla plastic tax”

Durante il Forum, giunto alla 17esima edizione, il Direttore generale del PolieCo Claudia Salvestrini ha richiamato l’attenzione sull’importanza di stare al passo con l’Europa per realizzare davvero la transizione green. “La repressione serve, ma non basta: la vera sfida è intervenire sulle criticità di un sistema di raccolta dei rifiuti che non riesce a fermare i traffici illeciti. La rotta è chiara: trasparenza, qualità, tracciabilità e verifiche costanti”, ha affermato. Per Salvestrini il ruolo della politica è centrale: “L’Europa spinge sull’uso di materia riciclata, ma in Italia i continui rinvii della plastic tax hanno alimentato incertezza e frenato gli investimenti nel riciclo meccanico”. Anche gli acquisti pubblici verdi sono determinanti: i criteri ambientali minimi premiano i materiali riciclati, ma se la premialità è legata solo a flussi urbani si rischiano distorsioni e importazioni con certificazioni non uniformi, penalizzando i riciclatori nazionali.
La visione PolieCo
Il consorzio propone un approccio basato su metodo e risultati lungo l’intera filiera, con tracciabilità, standard chiari e raccolte orientate alla qualità piuttosto che alla sola quantità. Salvestrini ha inoltre espresso contrarietà alla liberalizzazione dell’uso del Css (Combustibile da rifiuto) nei cementifici prevista da un nuovo disegno di legge: “Non è la strada giusta se vogliamo raggiungere l’economia circolare, anche perché in Europa le procedure di qualificazione end of waste sono molto più stringenti”.