La Moldavia ha scelto l’Europa. Con oltre il 50% dei voti, il partito Azione e Solidarietà (PAS), guidato dalla presidente Maia Sandu, ha ottenuto una netta vittoria nelle elezioni legislative anticipate, consolidando la propria posizione e aprendo la strada a una nuova fase di riforme e avvicinamento all’Unione Europea. Il risultato, accolto con entusiasmo dai sostenitori filo-occidentali, rappresenta una svolta per il piccolo Paese ex sovietico, da anni diviso tra spinte europeiste e influenze russe. “È il mandato che aspettavamo — ha dichiarato Sandu — per costruire uno Stato onesto, trasparente e vicino ai cittadini.” La campagna elettorale è stata dominata da temi come la lotta alla corruzione, la riforma della giustizia e la modernizzazione dell’economia. Il PAS ha promesso di smantellare le reti clientelari che hanno paralizzato il Paese per decenni, puntando su una governance più trasparente e su investimenti mirati nei settori strategici. L’opposizione, guidata dal Blocco dei Comunisti e Socialisti, ha denunciato presunte irregolarità e ha accusato Sandu di voler “svendere la sovranità moldava a Bruxelles”. Tuttavia, gli osservatori internazionali hanno definito il voto “libero e regolare”, sottolineando l’alta affluenza e il clima pacifico ai seggi. La vittoria dei filo-europei rafforza il profilo internazionale di Sandu, già protagonista di un riavvicinamento diplomatico con Romania, Ucraina e Paesi baltici. Sullo sfondo, resta la questione della Transnistria, regione separatista sostenuta da Mosca, che potrebbe diventare il prossimo nodo geopolitico da affrontare. Con il nuovo Parlamento, Sandu potrà contare su una maggioranza stabile per attuare il suo programma. Ma la sfida vera comincia ora: trasformare il consenso in cambiamento concreto, in un Paese che guarda all’Europa ma porta ancora le cicatrici del passato.
