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Claudia Salvestrini: “Servono regole chiare per salvare ambiente e imprese”

Dal palco del Forum PolieCo l’appello del Direttore alla politica: ridurre i cavilli normativi, rafforzare la legalità e investire in innovazione per non perdere la sfida verde
sabato, 27 Settembre 2025
2 minuti di lettura

Alla sua XVII edizione, il Forum internazionale PolieCo sull’economia dei rifiuti è tornato a Napoli con due giornate di lavori (ieri e oggi) dedicate al tema ‘Paradosso Green. Imprese, autorità e istituzioni, un sistema a doppia velocità‘. Una scelta che fotografa con lucidità il momento storico: da un lato aziende sempre più pronte ad affrontare la transizione ecologica, dall’altro una macchina normativa e politica che spesso rallenta invece di agevolare.

Claudia Salvestrini, Direttore generale Consorzio PolieCo
Claudia Salvestrini, Direttore generale Consorzio PolieCo

A sottolinearlo è Claudia Salvestrini, Direttore generale di PolieCo, che da 17 anni guida il Forum. “Negli anni abbiamo denunciato molte criticità del sistema dei rifiuti. Quest’anno vogliamo guardare agli aspetti positivi, che non sono facili da trovare. Le imprese sane faticano perché spesso le norme, pensate per aiutare, finiscono per favorire chi opera nell’illegalità”.

Il paradosso, spiega Salvestrini, si traduce in casi concreti: “Un imprenditore che aveva sviluppato un sistema per il recupero delle reti da pesca si è visto ostacolato da troppi cavilli burocratici in Italia ed è stato costretto ad aprire in Polonia. È la prova che le istituzioni non sempre camminano alla stessa velocità delle aziende”.

Respiro europeo

Il Forum, sottolinea il Direttore, non è solo un’occasione di confronto nazionale, ma ambisce a un respiro europeo: “In Italia il dialogo con la politica resta complicato, ma in Europa possiamo ottenere risultati concreti”.

Tra i nodi più gravi resta quello delle infiltrazioni criminali: “Il traffico illecito non è più solo l’esportazione in impianti fatiscenti: oggi è un business sofisticato che ruota attorno a certificati verdi e bianchi. Qui entrano in gioco gruppi criminali organizzati, con profitti enormi”.

Accanto alla legalità, c’è il capitolo dell’innovazione: “Il riciclo meccanico e quello chimico sono entrambi fondamentali. Quest’ultimo permette di trasformare un rifiuto in un nuovo prodotto ed è la vera forza del futuro. Siamo partiti in ritardo rispetto ad America e Cina, ma abbiamo ancora tempo per recuperare”.

Un altro punto centrale è rappresentato da appalti e certificazioni ambientali. “Il public procurement può essere determinante per chi produce manufatti con materiali riciclati certificati. Senza regole stringenti sulla tracciabilità rischiamo la concorrenza sleale di Paesi che non rispettano gli stessi standard. Così il mercato diventa una giungla e le nostre imprese finiscono penalizzate”.

La salute pubblica

Per Salvestrini il legame tra ambiente e salute è diretto: “Un rifiuto gestito correttamente non inquina le falde, non compromette la salute pubblica. Ma attenzione anche ai manufatti costruiti con materiali rigenerati falsi: sono altrettanto pericolosi”.

Il Forum ha sempre riunito voci diverse – magistrati, giornalisti, imprenditori – e questo, secondo la il Direttore, è uno dei segreti della sua forza: “Se oggi conosciamo a fondo il traffico illecito dei rifiuti lo dobbiamo ai magistrati che hanno combattuto in prima linea e ai giornalisti che hanno avuto il coraggio di sfidare lobby potenti”.

Resta il tema della transizione ecologica. L’Italia, osserva Salvestrini, rischia di rimanere indietro: “Non per incapacità delle imprese, ma per la mancanza di sincronia tra politica e realtà produttiva”.

Le priorità

Le priorità, insiste, sono tre: innovazione tecnologica, semplificazione normativa e lotta alla criminalità: “Molte imprese si sono scoraggiate e hanno smesso di investire, trasformandosi in semplici commercianti. Bisogna invece incentivare ricerca e tecnologia, ridurre le complicazioni burocratiche e rafforzare l’alleanza tra mondo produttivo e mondo scientifico”.

Infine, un messaggio chiaro: “Vorrei che il governo, che sembra più attivo di altri, si ricordasse delle piccole e medie imprese. È grazie a loro che l’Italia va avanti: aziende che investono con le proprie risorse e si confrontano ogni giorno con la concorrenza sleale. Non possiamo lasciare che siano le grandi imprese, spesso sostenute da fondi pubblici, a dettare le regole”.

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