Nuovi botta e risposta tra maggioranza e opposizione (come oramai prassi consolidata, tutto sommato) dopo la promozione dell’Italia da parte di Fitch Ratings. Un argomento, insomma, che non è rimasto confinato ai mercati finanziari, ma si è subito trasformato in terreno di confronto politico. Chiaramente nel nome delle polemiche. Da una parte il governo ha accolto l’upgrade come la conferma della bontà della linea economica adottata negli ultimi due anni. Dall’altra, Pd e Movimento 5 Stelle hanno invitato a non farsi trascinare dall’entusiasmo e a guardare ai problemi reali dei cittadini: salari bassi, crescita fiacca, servizi pubblici sotto pressione.
Giorgia Meloni ha rivendicato il risultato parlando di “percorso giusto”, con conti in ordine, responsabilità nelle scelte di bilancio e un’economia che “si rafforza grazie all’aumento dell’occupazione. Questi non sono slogan, ma risultati concreti. È un chiaro segnale di fiducia dei mercati internazionali: stabilità politica, politiche economiche credibili e sostegno a chi crea lavoro e ricchezza stanno dando i loro frutti”.
Il Centrodestra ha fatto quadrato attorno alla premier. Per Fratelli d’Italia, Marco Osnato ha detto che “finalmente il sistema finanziario internazionale riconosce il valore dell’Italia, tornata un emittente sovrano stabile e sicuro”. Forza Italia ha parlato di “certificazione della credibilità” e ha ricordato, con Maurizio Casasco, che lo spread è sceso a 80 punti dai 232 dell’inizio legislatura. La Lega ha ringraziato il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per aver “garantito equilibrio ai conti pubblici e una linea di serietà apprezzata dagli investitori”.
Le critiche dell’opposizione
Dal fronte opposto il Pd ha invitato il governo a “mantenere i piedi per terra”. Antonio Misiani ha ricordato che “il deficit è calato, ma al prezzo di una pressione fiscale ai massimi storici e di una spesa sanitaria ridotta all’osso. L’economia ristagna e senza la spinta del Pnrr l’Italia sarebbe già in recessione”. Il Movimento 5 Stelle ha affondato con toni ancora più duri, accusando Meloni di incoerenza: “Quando era all’opposizione definiva le agenzie di rating ‘pagliacci camuffati da inquisitori’, oggi le celebra come oracoli. Il riconoscimento non arriva da crescita e salari, ma da tagli, privatizzazioni e sacrifici imposti a famiglie e imprese”. Il leader Giuseppe Conte ha rincarato la dose: “Mentre il governo brinda con Fitch, sei milioni di italiani vivono con meno di mille euro al mese, la produzione industriale crolla e i giovani lavorano per stipendi da fame”.
Fitch, come funziona il giudizio
Ma che cosa significa, concretamente, la promozione di Fitch? Fondata nel 1914 e con sede tra New York e Londra, l’agenzia è una delle tre grandi società internazionali di rating insieme a Standard & Poor’s e Moody’s. La sua funzione è valutare la capacità di Stati e imprese di onorare i propri debiti. Con l’upgrade a BBB+, il debito italiano è considerato più affidabile, con conseguenze dirette: calo dello spread, minori interessi da pagare sui titoli di Stato, maggiore fiducia degli investitori internazionali. In altre parole, ogni promozione significa potenzialmente miliardi risparmiati sul servizio del debito e più spazio per destinare risorse a politiche pubbliche.
Negli ultimi anni, il rating italiano aveva sofferto a causa dell’elevato livello di debito (oltre il 137% del Pil) e dell’instabilità politica. L’attuale valutazione di Fitch indica che i mercati vedono una traiettoria più solida: conti sotto controllo, occupazione in crescita, spread ai minimi dal 2015.
I dati economici richiamati dal governo sono numerosi: il disavanzo 2024 al 3,4% del Pil, inferiore al target del 3,8%, con possibilità di scendere già quest’anno sotto la soglia del 3% fissata dall’Unione europea; lo spread Btp-Bund attorno a quota 80, rispetto ai 232 punti registrati all’insediamento del governo Meloni; un tasso di occupazione definito “ai massimi storici”.
Per la maggioranza questi elementi dimostrano che la linea seguita (riduzione del peso del Superbonus sui conti, riforma fiscale per ampliare la base imponibile, contrasto all’evasione) è stata premiata: “Meno assistenzialismo, più crescita”, ha riassuntoGaleazzo Bignami (FdI).