Ieri a mezzogiorno, in una Piazza San Pietro piena di pellegrini e professionisti del settore, Papa Leone XIV ha accolto migliaia di operatori di giustizia provenienti da tutto il mondo. L’occasione era il Giubileo loro dedicato, un appuntamento inserito nel calendario dell’Anno Santo 2025. A partecipare sono stati magistrati, giudici, avvocati, notai, docenti universitari e studenti di giurisprudenza, arrivati da oltre cento Paesi. Secondo le stime del Vaticano erano presenti circa ventimila persone.
La sete di giustizia dei popoli
Nel suo discorso, il Pontefice ha sottolineato che “tanti Paesi e popoli hanno fame e sete di giustizia, perché le loro condizioni di vita sono talmente inique e disumane da risultare inaccettabili”. Con parole semplici ma incisive, ha voluto richiamare l’attenzione sulle disuguaglianze che ancora oggi segnano intere nazioni e comunità. Ha aggiunto che la giustizia non deve essere vista solo come strumento punitivo, ma anche come possibilità di riparare e ricostruire legami sociali.
Lo Stato e il richiamo a Sant’Agostino
Il Papa ha citato una celebre riflessione di Sant’Agostino: “Lo Stato in cui non si ha la giustizia non è uno Stato”. Ha spiegato che senza il rispetto del diritto e senza istituzioni credibili non esiste una vera convivenza civile. La giustizia, ha ricordato, è la condizione essenziale perché le persone possano sentirsi protette e parte di una comunità.
L’impegno degli operatori
Rivolgendosi direttamente ai presenti, Leone XIV ha detto che esercitare la giustizia significa “porsi al servizio delle persone, del popolo e dello Stato, in una dedizione piena e costante”. Ha ringraziato giudici e avvocati per il loro lavoro, spesso poco visibile, ma decisivo per garantire i diritti dei più fragili. L’udienza ha voluto essere anche un incoraggiamento a continuare con coraggio in un momento in cui il senso di sfiducia nelle istituzioni è diffuso.
La lectio magistralis e il pellegrinaggio
La giornata era iniziata con una lectio magistralis, cioè una lezione solenne, del vescovo spagnolo Juan Ignacio Arrieta, che ha parlato di “Iustitia Imago Dei: l’operatore di giustizia, strumento di speranza”. Subito dopo i partecipanti hanno percorso il pellegrinaggio alla Porta Santa della Basilica di San Pietro, gesto simbolico che caratterizza ogni Giubileo e che rappresenta il passaggio verso una vita rinnovata.
Un richiamo al contesto internazionale
Il discorso del Papa è arrivato in un momento di forti tensioni internazionali. Nelle ultime settimane ha più volte lanciato appelli per la pace, soprattutto in Medio Oriente e in Africa. Oggi ha ribadito che la giustizia deve essere il primo passo per fermare guerre e conflitti, perché senza giustizia non può esserci né pace né stabilità.
Le altre parole del Pontefice nella giornata
Sempre oggi, Leone XIV ha inviato un messaggio ai giovani riuniti a Milano per un incontro sul volontariato internazionale, incoraggiandoli a non cedere all’indifferenza di fronte alle sofferenze altrui. Ha parlato anche della crisi ambientale, sottolineando che la tutela della casa comune è anch’essa una questione di giustizia, perché riguarda il futuro delle nuove generazioni.
Un Giubileo che unisce professione e fede
La celebrazione ha messo in luce come il Giubileo non sia solo un evento religioso, ma anche un’occasione di riflessione civile. Per gli operatori di giustizia presenti, è stato un momento di confronto e di rinnovata responsabilità. Il Vaticano ha voluto che la giornata fosse anche un riconoscimento del ruolo che queste figure svolgono nella società, spesso lontano dai riflettori ma essenziale per il bene comune.