Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin ha accolto con favore la scelta della presidenza danese di rinviare al Consiglio europeo le decisioni finali sulle modifiche alla legge Clima. Un rinvio che, secondo il ministro, rappresenta “una decisione di grande responsabilità” e “un segnale politico forte”, poiché chiama direttamente i capi di Stato e di Governo a pronunciarsi su un dossier “che investe l’intera economia di ciascun Paese”. Nel suo intervento al Consiglio Energia di Bruxelles, Pichetto ha ribadito la necessità di definire non solo il livello di ambizione, ma anche le condizioni abilitanti e le flessibilità necessarie per i singoli territori. “Senza queste premesse – ha avvertito – gli Stati rischiano ancora una volta di trovarsi di fronte a obiettivi inapplicabili e a costi insostenibili per cittadini e imprese”.
Il Ministro ha puntato il dito contro la mancanza di strumenti finanziari adeguati e ha chiesto un sistema europeo coerente e protettivo, per evitare che la transizione energetica alimenti «disuguaglianze e divisioni» invece di rafforzare l’Unione.
Neutralità tecnologica
Pichetto ha poi insistito sulla neutralità tecnologica, rifiutando “esclusioni non basate sulla scienza”. Secondo il Ministro, tutte le tecnologie in grado di contribuire alla riduzione delle emissioni devono essere considerate: “Rinnovabili, nucleare, stoccaggio, CCS, CCU, geotermia, idroelettrico, biocarburanti sostenibili e le soluzioni innovative che emergeranno”. “Chiudere la porta a intere filiere – ha avvertito – significa condannare l’Europa a rincorrere altri attori globali, perdendo competitività e leadership”.
Il Ministro ha espresso apertura sull’utilizzo dei crediti internazionali, visti come “un’opportunità per attrarre investimenti anche in settori in difficoltà”.
Europa a un bivio
Sulla questione Lulucf (assorbimenti naturali), Pichetto ha condiviso le preoccupazioni di diversi Stati membri: “Bloccare la piena contabilizzazione degli assorbimenti non ha senso né politico né scientifico”. Analoga la posizione sulle rimozioni tecnologiche: limitarne l’uso ai soli settori hard to abate sarebbe, secondo il ministro, “un’imposizione ingiustificata”. In chiusura, Pichetto Fratin ha lanciato un monito: “La credibilità delle nostre decisioni passa dalla chiarezza delle scelte che offriamo a cittadini e imprese. È questo il momento di scegliere se costruire un’Europa capace di guidare la transizione o un’Europa che rischia di restare intrappolata tra obiettivi irraggiungibili e fratture interne”.