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Usa, giudice federale accusa: “Deportazioni in Ghana aggirano le tutele legali”

domenica, 14 Settembre 2025
1 minuto di lettura

Un giudice federale ha sollevato gravi dubbi sulla legittimità delle deportazioni accelerate verso il Ghana, accusando l’amministrazione Trump di voler “aggirare le tutele costituzionali” previste per i migranti. La sentenza, emessa dalla Corte distrettuale di Washington, arriva in risposta a un ricorso presentato da gruppi per i diritti civili, secondo cui centinaia di cittadini ghanesi sarebbero stati rimpatriati senza un’adeguata revisione giudiziaria. Secondo la giudice Jia Cobb, nominata nel 2023, il programma di espulsione rapida esteso anche ai migranti presenti da anni sul territorio americano viola il Quinto Emendamento, che garantisce il diritto al giusto processo. “Non si può trattare un migrante come un pacco da rispedire al mittente,” ha scritto Cobb nel suo parere di 48 pagine, criticando l’approccio “sconsiderato” del Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS). Il caso è esploso dopo la deportazione di Kwame A., un cittadino ghanese residente negli Stati Uniti da oltre sette anni, arrestato durante un controllo di routine e rimpatriato nel giro di 72 ore, nonostante fosse in attesa di una decisione sulla sua richiesta di asilo. Secondo l’associazione Make the Road New York, il governo avrebbe ignorato deliberatamente le procedure previste, privando Kwame del diritto di difendersi. La Casa Bianca ha difeso la misura come “strumento necessario per snellire le pratiche e ridurre gli arretrati”, ma la magistratura ha ribattuto che “l’efficienza non può giustificare la violazione dei diritti fondamentali”. Il Ghana, da parte sua, ha espresso preoccupazione per l’arrivo di migranti espulsi senza documentazione né supporto consolare. La sentenza potrebbe aprire la strada a una revisione più ampia delle politiche migratorie statunitensi, in particolare per quanto riguarda i Paesi africani. E mentre l’amministrazione insiste sulla necessità di “riprendere il controllo delle frontiere”, i tribunali sembrano intenzionati a riaffermare il primato della legge.

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