La giornata di ieri è stata segnata da un’escalation di tensioni in Medio Oriente, con una serie di eventi che hanno coinvolto Israele, Hamas, il Qatar e l’Unione europea. Dal raid su Doha ai nuovi bombardamenti a Gaza, fino agli attacchi denunciati dalla Global Sumud Flotilla e ai raid nello Yemen, la crisi assume contorni sempre più complessi e imprevedibili. Il punto più delicato riguarda il raid israeliano condotto nel centro di Doha contro presunti leader di Hamas. Secondo fonti ufficiali, sei persone sono rimaste uccise. Israele e lo Shin Bet hanno rivendicato l’operazione come risposta diretta all’attacco di Hamas a Gerusalemme del giorno precedente.
Il premier e ministro degli Esteri qatarino, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ha condannato l’operazione come “terrorismo sponsorizzato dallo Stato”, accusando direttamente il premier israeliano Benjamin Netanyahu e annunciando possibili azioni legali internazionali. Nella stessa conferenza stampa, Al Thani ha dichiarato che i negoziati tra Israele e Hamas “non possono essere più sostenibili” dopo quanto accaduto. Fonti diplomatiche hanno riferito al Washington Postche nei giorni scorsi Doha aveva ricevuto rassicurazioni, sia dal Mossad che dalla Casa Bianca, di non essere colpita nonostante ospitasse la leadership politica di Hamas per i colloqui sulla tregua. Alla luce di questi sviluppi, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito d’urgenza ieri sera a New York, su richiesta di Algeria e Pakistan, per discutere il raid su Doha e l’escalation in corso. La comunità internazionale, quasi unanimemente, ha condannato l’attacco in Qatar e chiesto a Israele di fermare un’azione giudicata “sprovveduta e destabilizzante”.
Trump prende le distanze
Il presidente statunitense Donald Trump, interpellato dai giornalisti, ha smentito di essere stato informato in anticipo da Netanyahu e ha ribadito che “la decisione è stata presa dal primo ministro israeliano”. “Un bombardamento unilaterale dentro il Qatar, nostro alleato e mediatore di pace, non serve né agli obiettivi di Israele né a quelli dell’America”, ha scritto anche su Truth. Dietro le quinte, Washington avrebbe esercitato pressioni su Doha per non abbandonare la mediazione, dopo l’annuncio iniziale del ritiro. In serata, il premier qatarino ha confermato che l’emirato continuerà a impegnarsi nei colloqui con Egitto, Israele e Hamas, pur definendo il raid un “tradimento”.
Gaza: 34 vittime
Intanto la Striscia di Gaza continua a pagare il prezzo più alto. Secondo l’agenzia palestinese Wafa, dall’alba di ieri almeno 34 persone sono state uccise nei bombardamenti israeliani: 26 nella città di Gaza e altre 15 in un raid che ha colpito tende di sfollati a ovest. L’aviazione israeliana ha inoltre colpito e distrutto la torre Tayba, dopo aver diffuso volantini che invitavano la popolazione ad abbandonare l’area, accusando Hamas di usare i civili come scudi umani. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha avvertito che se Hamas non accetterà le condizioni imposte da Tel Aviv – rilascio degli ostaggi e disarmo – “sarà distrutto e Gaza con esso”.
Flotilla
La Global Sumud Flotilla ha denunciato un secondo attacco con drone contro la nave Alma, battente bandiera britannica, ormeggiata al largo di Tunisi. L’imbarcazione è stata danneggiata da un incendio, poi domato, ma non si sono registrati feriti. Solo poche ore prima un episodio analogo era avvenuto vicino a Sidi Bou Said. Nonostante ciò, gli organizzatori hanno confermato che la flottiglia ripartirà, con la partenza fissata da Tunisi ieri alle 16. Manifestazioni di sostegno si sono svolte in diverse capitali europee, tra cui Roma, dove si sono registrati scontri.
Ue divisa
Le parole pronunciate a Strasburgo dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno acceso un duro scontro politico. La leader europea ha annunciato la sospensione del sostegno bilaterale a Israele, il blocco dei pagamenti in alcuni settori e l’intenzione di proporre sanzioni contro ministri estremisti e coloni violenti, oltre alla sospensione parziale dell’accordo di associazione. Von der Leyen ha ammesso che sarà difficile ottenere una maggioranza tra i Ventisette, ma ha insistito sulla necessità di “assumersi la responsabilità collettiva” e ha annunciato per ottobre la creazione di un gruppo di donatori internazionali dedicato alla ricostruzione di Gaza. Durissima la replica del ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar: “Parole inaccettabili, pura propaganda di Hamas. Israele combatte per la sua stessa esistenza, non per capriccio”. All’interno del Parlamento europeo, la presidente dei liberali Valérie Hayer ha sottolineato che la credibilità dell’Europa “agli occhi dei giovani dipende dalla risposta a Gaza”.
Yemen sotto attacco
Infine, i media arabi hanno riferito di nuovi bombardamenti israeliani su Sanaa, capitale dello Yemen, dopo che nei giorni scorsi i ribelli Houthi avevano lanciato decine di droni contro Israele, colpendo l’aeroporto di Ramon, vicino a Eilat.