“Contemplare il mistero di Dio e della storia con lo sguardo interiore di Maria ci mette al riparo dalle mistificazioni della propaganda, dell’ideologia e dell’informazione malata, che mai sapranno portare una parola disarmata e disarmante”. Con queste parole Papa Leone XIV ha aperto il suo discorso ai partecipanti al Congresso della Pontificia Accademia Mariana Internationalis, riuniti in Vaticano per discutere del ruolo della spiritualità mariana nella società di oggi.
Il Pontefice ha richiamato l’attenzione sul pericolo di un linguaggio distorto, che trasforma l’informazione in strumento di manipolazione e divisione. Ha spiegato che solo la «gratuità divina», cioè la capacità di donarsi senza calcoli e interessi, permette di costruire un cammino comune di popoli e culture nella pace.
La pietas mariana come risposta alla crisi
Durante l’udienza, il Papa ha sottolineato che la devozione a Maria non è soltanto un fatto di preghiere e tradizione, ma rappresenta un atteggiamento concreto di vita. «Una pietas e una prassi mariane orientate al servizio della speranza e della consolazione liberano dal fatalismo, dalla superficialità e dal fondamentalismo», ha detto.
Con “pietas” Leone XIV non ha indicato un sentimento generico, ma un modo di guardare la realtà con compassione e responsabilità. Un approccio che diventa strumento di consolazione nei momenti difficili e argine contro derive ideologiche e radicalismi religiosi.
Dignità agli ultimi e agli esclusi
Il Pontefice ha richiamato l’assemblea a porre al centro della fede non i privilegiati ma chi vive ai margini. “Esse prendono sul serio tutte le realtà umane, a partire dagli ultimi e dagli scartati”, ha affermato parlando delle pratiche mariane. Ha aggiunto che questo sguardo permette di ridare dignità a quanti vengono sacrificati “sugli altari degli idoli antichi e nuovi”.
Con queste parole Leone XIV ha denunciato le logiche di esclusione che persistono nelle società moderne. Gli “idoli” evocati dal Papa non sono statue pagane, ma simboli di potere, denaro e successo che finiscono per schiacciare le persone più deboli.
Il valore delle parole autentiche
Uno dei passaggi centrali del discorso ha riguardato la comunicazione. Il Papa ha spiegato che la propaganda e l’informazione malata non sono solo problemi politici o mediatici, ma ferite che minano la convivenza. “Solo parole autentiche, capaci di disarmare, aprono al dialogo e alla riconciliazione”, ha sottolineato.
La “parola disarmata” a cui ha fatto riferimento è quella che non cerca di imporsi con violenza o retorica, ma si offre come strumento di incontro. Il Pontefice ha messo in guardia dal rischio che il linguaggio diventi un’arma, e ha invitato i fedeli a usare parole che costruiscano fiducia.
Il ruolo del Congresso mariano
Il contesto del discorso è stato il Congresso promosso dalla Pontificia Accademia Mariana Internationalis, organismo che riunisce studiosi e cultori della mariologia, cioè la disciplina che studia la figura di Maria. La Pami, fondata nel 1959, svolge attività di ricerca e promozione culturale legata alla devozione mariana e rappresenta un punto di riferimento internazionale per il dialogo su questi temi.
Papa Leone XIV ha riconosciuto in questo appuntamento un’occasione per unire riflessione accademica e prassi pastorale, offrendo strumenti per affrontare le sfide del presente con radici nella tradizione.
Un invito alla pace concreta
Nella parte finale dell’udienza, il Pontefice ha invitato i presenti a trasformare la devozione mariana in azioni quotidiane di prossimità e sostegno. Ha indicato che la fede non deve limitarsi a ritualità, ma diventare forza capace di generare pace, consolazione e speranza.
Il richiamo è stato quello a non fermarsi alla teoria, ma a compiere gesti concreti verso chi soffre, in modo che la spiritualità diventi anche impegno sociale. Un messaggio che si inserisce nella linea pastorale di Leone XIV, attenta alla dimensione culturale e comunicativa della Chiesa, ma radicata nella necessità di dare voce a chi rischia di rimanere invisibile.