Un’agenda sociale comune, condivisa a livello europeo e capace di rispondere alle grandi sfide del futuro. È la proposta lanciata dal Presidente dell’Inps, Gabriele Fava, dal palco del 46° Meeting di Rimini. L’idea è quella di costruire una rete tra gli istituti previdenziali del continente per affrontare insieme quattro nodi cruciali: longevità, denatalità, rapporto con le nuove generazioni e impatto dell’intelligenza artificiale. “Vogliamo scrivere un’agenda sociale da portare a Bruxelles”, ha spiegato Fava, sottolineando come il destino dei sistemi di welfare europei sia intrecciato. “Per quanto riguarda l’equilibrio dei conti, il nostro sistema è solido: nel 2024 abbiamo raggiunto 27 milioni di assicurati, di cui oltre 7 milioni sono under 35. Ma il futuro dipende dall’occupazione: solo con più lavoro potremo tenere in piedi la previdenza in Italia”.
Per la prima volta, ha ricordato Fava, l’Inps mette i giovani al centro della propria strategia. È nato così il progetto ʼGiovani al centroʼ e il nuovo Portale Giovani, una piattaforma accessibile via web e app che raccoglie più di 50 servizi dedicati a studenti, disoccupati, lavoratori e neo-imprenditori. “In Italia gli under 35 sono oltre 11 milioni e il futuro del Paese dipende da loro”, ha detto il Presidente.
L’Intelligenza Artificiale
Non solo welfare tradizionale. Fava ha sottolineato come l’Inps sia stato “il primo ente pubblico europeo a implementare l’intelligenza artificiale”: oggi sono 38 i progetti attivi, di cui 23 già operativi. “L’IA non sostituisce il lavoro umano – ha chiarito – ma libera tempo e migliora la qualità dei servizi”. Tra le priorità c’è l’educazione dei giovani a un uso consapevole delle nuove tecnologie, affinché diventino uno strumento di crescita e non un fattore di esclusione. Il messaggio finale dal Meeting è stato chiaro: la previdenza non può essere affrontata come questione solo nazionale. In un continente che invecchia, dove la natalità continua a calare e le trasformazioni tecnologiche sono rapidissime, serve una visione comune europea. “La sostenibilità del welfare – ha concluso Fava – non si gioca nei confini nazionali, ma su una strategia condivisa. L’Italia ha scelto di guidare questo percorso, non di subirlo”.