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Papa Leone XIV: “Pregate per la pace disarmata e disarmante”

Il Pontefice richiama alla preghiera e al digiuno nella giornata di domani
giovedì, 21 Agosto 2025
2 minuti di lettura

“Senza perdono non ci sarà mai pace. Non è dimenticanza, ma impedire al male di generare altro male”

“Pregate per la pace disarmata e disarmante in Ucraina e in Medio Oriente”. È l’appello accorato di Papa Leone XIV durante l’Udienza Generale di ieri in Aula Paolo VI, in cui ha invitato tutti i fedeli a vivere domani, memoria della Beata Vergine Maria Regina, come giornata di digiuno e preghiera. “Maria, regina della pace, interceda perché i popoli trovino la via della pace”, ha detto il Pontefice, ricordando i tanti conflitti che ancora insanguinano il mondo.

Nel saluto ai pellegrini di lingua polacca, Leone XIV ha chiesto di includere nelle intenzioni “la supplica per il dono della pace, disarmata e disarmante, per tutto il mondo, in particolare per l’Ucraina e il Medio Oriente”. A braccio ha poi aggiunto: “La nostra terra continua a essere ferita da guerre in Terra Santa, in Ucraina e in molte altre regioni. Vi invito a supplicare il Signore perché conceda pace e giustizia, asciughi le lacrime di chi soffre e liberi i cuori dal rancore e dall’odio”.

“Senza il perdono non ci sarà mai la pace”

Centrale, nell’udienza, è stato il tema del perdono come via di pace. “Senza il perdono non ci sarà mai la pace. Il rancore non decida il futuro”, ha ammonito il Prevost. “Perdonare non significa negare il male, ma impedirgli di generare altro male. Non è dire che non è successo nulla, ma fare tutto il possibile perché non sia il rancore a decidere il futuro”.

Il Santo Padre ha invitato i cristiani ad amare e perdonare “sull’esempio di Cristo, affinché il cuore si liberi da ogni risentimento e odio, diventando messaggero di pace nel mondo”. Rivolgendosi ai fedeli di lingua araba ha sottolineato che “anche nei tradimenti e nelle relazioni spezzate c’è sempre un’altra via: quella dell’amore che non si arrende e continua a credere che la libertà ferita dell’altro possa ritrovare la luce del bene”.

Il Vangelo del tradimento come segno di speranza

Papa Leone XIV ha ripreso il tema del tradimento di Giuda, già affrontato in precedenti catechesi, indicandolo come “uno dei gesti più sconvolgenti e luminosi del Vangelo”. Durante l’ultima cena, ha spiegato, “Gesù porge il boccone proprio a chi lo sta per tradire. Non è soltanto condivisione: è l’ultimo tentativo dell’amore di non arrendersi”.

Il Papa ha sottolineato che il gesto di Cristo “mostra che il vero perdono non aspetta il pentimento, ma si offre per primo, come dono gratuito. L’amore di Gesù non nega la verità del dolore, ma non permette che il male sia l’ultima parola. Anche noi viviamo notti dolorose, notti della delusione e del tradimento, ma il Signore ci indica un’altra via: continuare ad amare, rispondere con il silenzio della fiducia, andare avanti con dignità”.

La forza disarmata del perdono

“Il perdono”, ha ribadito Leone, “non è dimenticanza né debolezza, ma capacità di lasciare libero l’altro, pur amandolo fino alla fine. Anche se l’altro non lo accoglie, il perdono libera chi lo dona: scioglie il risentimento, restituisce pace e ci riconsegna a noi stessi”. E ha concluso con un appello accorato: “Chiediamo oggi la grazia di saper perdonare, anche quando non ci sentiamo compresi o siamo stati traditi. Perché è proprio in quelle ore che l’amore raggiunge il suo vertice. Gesù ci mostra che ogni tradimento può diventare occasione di salvezza, se vissuto come spazio per un amore più grande. Non cedere al male, ma vincerlo con il bene: questa è la vera forza del Vangelo”.

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