Una nuova violazione dei dati ha colpito centinaia di cittadini afghani trasferiti nel Regno Unito attraverso il programma Afghan Relocations and Assistance Policy (ARAP), alimentando polemiche sulla gestione della sicurezza informatica da parte del Ministero della Difesa. L’incidente, reso pubblico il 15 agosto, ha coinvolto informazioni sensibili di persone che avevano collaborato con le forze britanniche in Afghanistan e che ora rischiano ritorsioni da parte dei talebani. Secondo quanto emerso, un documento contenente i dati personali di circa 19.000 richiedenti è stato accidentalmente inviato via email da un ufficiale della difesa nel 2022. Parte delle informazioni è finita online, esponendo i soggetti coinvolti a gravi rischi. Per contenere il danno, il governo ha avviato un programma segreto di reinsediamento che ha già trasferito 4.500 afghani nel Regno Unito, tra cui 900 richiedenti diretti e 3.600 familiari. Il Segretario alla Difesa John Healey ha chiesto scusa pubblicamente, definendo l’episodio “senza precedenti” e annunciando la chiusura del programma. “La via è ora chiusa, ma onoreremo gli ultimi 600 inviti già inoltrati,” ha dichiarato alla Camera dei Comuni. La rivelazione ha sollevato interrogativi sulla trasparenza del governo, che aveva ottenuto una “super ingiunzione” per impedire la divulgazione della notizia fino a luglio 2025. Le organizzazioni per i diritti umani hanno criticato duramente la gestione del caso, accusando Londra di aver messo a rischio la vita di migliaia di collaboratori afghani. Il giudice Martin Chamberlain ha definito la misura “una sospensione dei normali meccanismi di responsabilità democratica”. Con oltre 36.000 afghani accolti nel Regno Unito dal 2021, il caso riaccende il dibattito sull’etica delle operazioni segrete e sulla protezione dei collaboratori stranieri. E mentre il governo cerca di chiudere il capitolo, le conseguenze di questa fuga di dati restano aperte.

Regno Unito, nuova fuga di dati colpisce afghani reinsediati: il Ministero della Difesa sotto accusa
Una nuova violazione dei dati ha colpito centinaia di cittadini afghani trasferiti nel Regno Unito attraverso il programma Afghan Relocations and Assistance Policy (ARAP), alimentando polemiche sulla gestione della sicurezza informatica da parte del Ministero della Difesa. L’incidente, reso pubblico il 15 agosto, ha coinvolto informazioni sensibili di persone che avevano collaborato con le forze britanniche in Afghanistan e che ora rischiano ritorsioni da parte dei talebani. Secondo quanto emerso, un documento contenente i dati personali di circa 19.000 richiedenti è stato accidentalmente inviato via email da un ufficiale della difesa nel 2022. Parte delle informazioni è finita online, esponendo i soggetti coinvolti a gravi rischi. Per contenere il danno, il governo ha avviato un programma segreto di reinsediamento che ha già trasferito 4.500 afghani nel Regno Unito, tra cui 900 richiedenti diretti e 3.600 familiari. Il Segretario alla Difesa John Healey ha chiesto scusa pubblicamente, definendo l’episodio “senza precedenti” e annunciando la chiusura del programma. “La via è ora chiusa, ma onoreremo gli ultimi 600 inviti già inoltrati,” ha dichiarato alla Camera dei Comuni. La rivelazione ha sollevato interrogativi sulla trasparenza del governo, che aveva ottenuto una “super ingiunzione” per impedire la divulgazione della notizia fino a luglio 2025. Le organizzazioni per i diritti umani hanno criticato duramente la gestione del caso, accusando Londra di aver messo a rischio la vita di migliaia di collaboratori afghani. Il giudice Martin Chamberlain ha definito la misura “una sospensione dei normali meccanismi di responsabilità democratica”. Con oltre 36.000 afghani accolti nel Regno Unito dal 2021, il caso riaccende il dibattito sull’etica delle operazioni segrete e sulla protezione dei collaboratori stranieri. E mentre il governo cerca di chiudere il capitolo, le conseguenze di questa fuga di dati restano aperte.