Una pioggia improvvisa e devastante ha colpito il remoto villaggio di Chasoti, nel distretto di Kishtwar, nel Kashmir indiano, provocando almeno 46 morti e oltre 200 dispersi. L’evento, verificatosi il 14 agosto, ha travolto una zona montuosa già affollata per via del pellegrinaggio annuale al tempio induista di Machail Mata, una delle mete spirituali più importanti della regione himalayana. Secondo le autorità locali, le precipitazioni torrenziali hanno generato colate di fango e inondazioni che hanno distrutto una cucina comunitaria e un posto di sicurezza allestiti per i pellegrini. Molti dei presenti, radunati per il pranzo, sono stati travolti dall’acqua e dai detriti. Le operazioni di soccorso, ostacolate dalla difficile accessibilità del territorio, hanno permesso finora di salvare circa 200 persone, ma il bilancio è destinato a salire. Il pellegrinaggio, noto come Machail Yatra, è stato sospeso. Le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza nella zona e mobilitato unità dell’esercito e della protezione civile per cercare i dispersi. Le immagini diffuse mostrano case distrutte, veicoli sommersi e interi tratti di sentiero cancellati dalla furia dell’acqua. Si tratta del secondo disastro naturale in meno di dieci giorni nella regione himalayana, dopo le frane che hanno colpito l’Uttarakhand il 5 agosto. Gli esperti avvertono che il cambiamento climatico sta intensificando la frequenza e la violenza degli eventi meteorologici estremi, rendendo sempre più vulnerabili le comunità montane. Il governo indiano ha promesso aiuti immediati, ma le polemiche sulla gestione del rischio idrogeologico e sulla sicurezza dei pellegrinaggi si fanno sempre più accese. Intanto, il Kashmir piange le sue vittime e spera in un miracolo per i dispersi.