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L’Europa a Trump: “Il futuro di Kiev lo decide Kiev”. Zelensky: “Mosca prepara nuove offensive”

Kaja Kallas (Ue): l'Ucraina ha già fatto concessioni, è sulla Russia che va fatta pressione. Bbc: nordcoreani mandati a Mosca come schiavi
mercoledì, 13 Agosto 2025
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2 minuti di lettura

Ieri ventisei leader dell’Unione europea – tutti tranne l’Ungheria – hanno approvato una dichiarazione in cui si afferma che “una pace giusta e duratura” deve rispettare indipendenza, sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina, nonché l’inviolabilità dei confini. Negoziati significativi, avvertono, sono possibili solo nel contesto di un cessate il fuoco o di una riduzione delle ostilità.

Viktor Orbàn, Primo Ministro Ungheria
Viktor Orbàn, Primo Ministro Ungheria

Il premier ungherese Viktor Orban ha rifiutato di aderire al documento e, sui social, ha criticato i partner: “L’Ue è già esclusa dal vertice in Alaska tra Trump e Putin, non peggioriamo dando ordini dalla panchina. Serve un summit Ue-Russia”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso gratitudine per il sostegno europeo e per la determinazione di Trump a cercare una soluzione, ma ha avvertito che l’esercito russo “non si prepara alla tregua, bensì a nuove operazioni offensive”.

Ha accusato Putin di voler usare l’incontro con Trump come “vittoria personale”, ribadendo che l’unità internazionale non deve essere messa in discussione. Il ministro degli Esteri Andrii Sybiha ha definito l’integrazione di Kiev nell’Ue “il miglior investimento per la stabilità europea”.

Il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak è stato più diretto: “Putin non accetta la nostra esistenza come Stato. Qualsiasi tregua alle sue condizioni sarebbe solo una pausa per riorganizzarsi. L’unico modo per una pace duratura è infliggergli una sconfitta strategica”.

Kaja Kallas: “La pressione va fatta sulla Russia”

L’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas ha escluso compromessi territoriali: “L’aggressore è la Russia, la vittima è l’Ucraina. Kiev ha già concesso un cessate il fuoco incondizionato: è Mosca che va spinta a fare concessioni”.

Kaja Kallas, Alto Rappresentante dell'UE per gli Affari Esteri
Kaja Kallas, Alto Rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri

Secondo Kallas, Putin punta soprattutto a ottenere visibilità internazionale attraverso la foto con Trump.

Washington abbassa le aspettative

Secondo Politico, la Casa Bianca considera l’incontro del 15 agosto tra Trump e Putin un passo preliminare per valutare le intenzioni del leader russo, senza attendersi accordi immediati. Obiettivo: preparare un eventuale incontro trilaterale con Zelensky.

Mark Carney Primo Ministro del Canada, Volodymyr Zelensky, Presidente Ucraina
Mark Carney Primo Ministro del Canada, Volodymyr Zelensky, Presidente Ucraina

Alla vigilia del vertice, intanto, gruppi di attivisti hanno annunciato manifestazioni in Alaska per contestare la presenza di Putin e chiedere il rispetto della sovranità ucraina. Da parte sua, il premier canadese Mark Carney, in colloquio con Zelensky, ha ribadito che “il futuro dell’Ucraina deve essere deciso dagli ucraini” e che “i confini non possono essere modificati con la forza”.

Stessa posizione per i leader di Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Polonia e Finlandia, insieme alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

Colpito comando russo a Donetsk

Le forze ucraine hanno rivendicato la distruzione del posto di comando dell’85ª brigata motorizzata russa nel Donetsk, uccidendo il comandante e parte dello staff. Mosca ha replicato annunciando l’abbattimento di 25 droni ucraini e la chiusura temporanea di sette aeroporti. L’Fsb ha dichiarato di aver sventato un attentato attribuito ai servizi segreti di Kiev nella regione di Mosca.

Industria bellica europea in espansione record

Il Financial Times segnala che le fabbriche di armi europee crescono a un ritmo triplo rispetto al periodo prebellico, con oltre 7 milioni di metri quadrati di nuovi stabilimenti. Un riarmo “su scala storica”, sostenuto da ingenti fondi pubblici.

Nordcoreani in Russia

Un’inchiesta dell’emittente britannica rivela che migliaia di lavoratori nordcoreani vengono inviati in Russia per colmare la carenza di manodopera causata dalla guerra. Turni fino a 20 ore al giorno, due giorni liberi l’anno, violenze, sorveglianza continua e alloggi in container sporchi o edifici incompiuti: condizioni definite da testimoni come “una vita da morire in piedi”.

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