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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Memoriale della Pace depone una una corona di fiori (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Mattarella e il Papa contro il rischio nucleare: “Crimine contro l’umanità, è una scelta illusoria”

Nel giorno dell’anniversario di Hiroshima il Capo dello Stato e Leone XIV uniti in un appello per il disarmo: “Serve giustizia, dialogo e fratellanza. Non si può costruire il futuro sotto l’ombra del fungo atomico”
giovedì, 7 Agosto 2025
2 minuti di lettura

Ieri, in occasione dell’80esimo anniversario del bombardamento atomico su Hiroshima, Sergio Mattarella ha lanciato un messaggio forte, di portata universale: “L’uso, o anche la sola minaccia, di armi nucleari nei conflitti è un crimine contro l’umanità”.

Parole chiare, che risaltano in un contesto globale segnato da nuove guerre, tensioni tra superpotenze e la riemersione dello spettro nucleare. Erano le 8.15 del mattino quando, in un lampo, Hiroshima fu disintegrata. Circa 140.000 persone persero la vita entro la fine del 1945; tre giorni dopo, Nagasaki conobbe un destino simile, con altre 74.000 vittime.

Due atti di devastazione che segnarono per sempre la storia dell’umanità: “Quelle esplosioni”, le parole del Presidente della Repubblica, “disintegrarono interi quartieri in un istante, spargendo morte e devastazione in proporzioni mai viste prima. Quelle sofferenze sono un monito che non può essere dimenticato”.

Nel suo messaggio il Capo dello Stato ha tenuto a precisare che “nessuna guerra nucleare può essere combattuta o vinta, a meno di mettere a rischio la stessa esistenza della vita sul pianeta”. Mattarella ha ribadito l’importanza di non smantellare l’architettura globale del disarmo, “tra i cardini del sistema multilaterale costruito dopo il secondo dopoguerra”. E ha riaffermato l’impegno dell’Italia a sostegno del Trattato di non proliferazione, di cui ricorrono i 50 anni dalla ratifica.

Un monito morale e politico

Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei Deputati
Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei Deputati

Il Capo dello Stato ha richiamato tutti i Paesi, in particolare le potenze nucleari, a rinnovare l’impegno per un mondo senza ordigni atomici: “Le due città giapponesi non sono solo simboli di dolore, ma anche esempi di resilienza e rinascita: Hiroshima e Nagasaki sono memoria viva di ciò che può accadere quando la furia distruttiva dell’uomo prende il sopravvento”.

Il messaggio di Mattarella ha avuto risonanza anche nelle altre istituzioni italiane ed europee. Il Presidente della Camera Lorenzo Fontana ha parlato di “un rinnovato impegno per la pace”, ricordando le vittime e chi portò soccorso, come i cristiani di Nagasaki.

Dal Parlamento europeo è arrivata la voce di Antonio Costa, Presidente del Consiglio Ue, che su X ha scritto così: “L’umanità porta ancora le cicatrici di Hiroshima. Onoriamo le vittime, riaffermiamo il nostro impegno per la pace”.

Le parole del Papa

Papa Leone XIV

A unirsi al coro delle voci istituzionali anche quella di Papa Leone XIV, che ha ricordato con partecipazione il tragico anniversario: “Desidero assicurare la mia preghiera per tutti coloro che ne hanno subito gli effetti fisici, psicologici e sociali”.

Il Pontefice ha definito quegli avvenimenti un “monito universale contro la devastazione causata dalle guerre e, in particolare, dalle armi nucleari”, auspicando che “l’illusoria sicurezza basata sulla minaccia della reciproca distruzione ceda il passo agli strumenti della giustizia, alla pratica del dialogo, alla fiducia nella fraternità”. Un appello, quello del Santo Padre, che affianca quello del Capo dello Stato e ne rafforza la portata morale e spirituale.

“L’Italia ratifichi il Trattato Onu sul bando delle armi nucleari”

Dai gruppi parlamentari italiani sono giunti messaggi di adesione e riflessione. Chiara Braga (Pd) ha sottolineato il dovere umano e politico “di scegliere la pace”, mentre Anna Ascani ha ammonito: “Oggi la minaccia nucleare è tornata. Senza memoria, senza ritegno, senza umanità”.

Il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli ha rilanciato l’invito affinché l’Italia aderisca formalmente al Trattato Onu sulla proibizione delle armi nucleari, entrato in vigore nel 2021. “Ricordare Hiroshima e Nagasaki significa impedire che tragedie simili si ripetano. Serve un disarmo multilaterale urgente”.

Ottanta anni dopo, insomma, la lezione di Hiroshima resta viva. L’ombra della guerra nucleare torna ad allungarsi sull’umanità: in Ucraina, in Medioriente, tra superpotenze che rafforzano i loro arsenali.

L’avvertimento di Mattarella, forte e solenne, ha l’eco di una verità universale: “La minaccia atomica non è solo una questione militare, ma un bivio etico per il genere umano. Il futuro non può essere costruito sotto l’ombra del fungo atomico”. E se Hiroshima e Nagasaki sono “ferite aperte”, la sola medicina possibile, oggi come allora, si chiama pace.

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